martedì 28 gennaio 2025
Sul Cassiopea ivoriani, bengalesi e egiziani. Quattro sono minori: saranno trasferiti i in Italia insieme a un adulto vulnerabile. La Corte d'appello deciderà sul trattenimento degli altri
Il Cassiopea entra nel porto di Shengjin

Il Cassiopea entra nel porto di Shengjin - Ansa

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La terza puntata della missione Albania è iniziata martedì mattina. Nel porto di Shengjin è spuntata la sagoma del pattugliatore Cassiopea della Marina Militare, con a bordo i 49 migranti salvati nel weekend in acque internazionali a sud di Lampedusa. La nave è entrata nel porto alle ore 7.30, attesa al varco da giornalisti e fotografi. A bordo c'erano cittadini bengalesi (in maggioranza), egiziani, ivoriani e gambiani: una volta a terra, per tutti sono scattate le procedure accelerate di frontiera, previste per chi proviene da Paesi sicuri e non ha consegnato documenti di identità.

Lo sbarco è iniziato dopo tre ore. Scortati dai carabinieri italiani, e a piccoli gruppi, i migranti hanno percorso a piedi le poche decine di metri che separano la banchina dall'ingresso dell'hotspot allestito all'interno del porto. Uno di loro è stato ritenuto "vulnerabile" e dunque sarà mandato in Italia, come già avvenuto in altri casi nei due precedenti "trasporti" in Albania di ottobre e novembre. Insieme a lui altri quattro, risultati minorenni dopo gli accertamenti.

I migranti sono stati rifocillati e forniti di abiti nuovi, poi hanno iniziato a sottoporsi alle procedure per la loro identificazione, che nelle precedenti missioni erano durate lunghe ore, nonostante il numero fosse più esiguo. La destinazione finale è il campo di Gjader, nell'entroterra albanese, a poche decine di chilometri di distanza. È nella zona di accoglienza del sito, gestito da personale italiano, che i migranti dovrebbero trascorrere la notte e le prossime settimane, in attesa dell'esito della domanda di asilo. Coloro ai quali la richiesta verrà respinta saranno trasferiti nel Cpr, in attesa del rimpatrio. All'interno del campo è stata allestita anche una piccola prigione, nel caso qualcuno commettesse reati.

Ma prima di tutto la magistratura sarà chiamata a convalidare o no il trattenimento nel campo albanese: non più la sezione immigrazione del Tribunale di Roma, bensì la Corte d'appello in composizione monocratica, come stabilito in un emendamento del decreto flussi. La decisione dovrebbe arrivare entro giovedì. In entrambe le occasioni precedenti il Tribunale di Roma non aveva convalidato il provvedimento firmato dal questore della Capitale e avevano ordinato di portare in Italia i richiedenti asilo.

Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare, invita il governo a interrompere l'operazione: "Meloni forza la mano e continua con la deportazione di migranti in Albania. Calpesta le sentenze dei giudici, schiaccia il diritto d'asilo, ignora i pronunciamenti della Corte Ue. Un pasticcio normativo costato 800 milioni di euro, nove volte più caro rispetto al trasferimento in Italia. Il governo si fermi! Hanno inviato 49 persone in centri ritenuti non idonei e per cosa? Per fare "effetto dissuasione", ma intanto è boom di sbarchi. Fanno propaganda con i soldi degli italiani anziché occuparsi di sanità, salari, caro bollette e cercano pretesti per attaccare la magistratura. Proteggere i diritti dei migranti significa proteggere i diritti di tutti. Continueremo a batterci contro questa barbarie nel Parlamento europeo e in Italia".

Il Pd tiene gli occhi costantemente puntati sulla missione. L'onorevole Rachele Scarpa è arrivata in Albania per la terza volta, e subito ha contestato che i controlli sulle persone appena sbarcate sono "stati effettuati in assenza dell'Oim", l'Agenzia delle Nazioni Unite sui migranti. "Come me ci sono anche rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione, giornalisti e esponenti politici di altri partiti ha aggiunto -. Torno anche io a Shëngjin e Gjadër per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento".

Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione di FdI, non fa una piega. "L'accordo Italia-Albania non solo continua ad essere operativo ma ha anche un fortissimo effetto di deterrenza: 49 migranti sono approdati oggi a Shenjing e altri 53 migranti hanno presentato i propri documenti d'identità accelerando così l'iter per l'identificazione e l'eventuale rimpatrio. In attesa che la Corte di giustizia europea si pronunci sul nodo dei Paesi sicuri, la Cassazione è stata molto chiara: spetta al governo e non ai magistrati stilare la lista dei Paesi sicuri. Sarebbe quindi quantomeno singolare che nei prossimi giorni ci siano delle sentenze che dicano esattamente il contrario. Il protocollo con l'Albania va avanti, con buona pace dei gufi della sinistra".

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