BRUXELLES Il caso dei due marò è stato affrontato come previsto nel corso del vertice Ue-India, ieri a Bruxelles. Un vertice lungamente preparato dal servizio esterno dell’Ue, il 'ministero degli Esteri' comunitario guidato da Federica Mogherini, con il coinvolgimento anche del titolare della Farnesina Paolo Gentiloni. A sollevare la vicenda dei due marò, proprio all’inizio del vertice con il premier indiano Narendra Modi, è stato il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, presenti all’incontro anche il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e Mogherini. Un tema non facile, Modi ha chiesto che non vi fosse conferenza stampa per evitare domande. Secondo fonti del Consiglio Ue, Tusk si è detto preoccupato per la lunga detenzione dei due marò, con l’auspicio che possa essere loro consentito di attendere in Italia il verdetto della Corte arbitrale. Il modo migliore, è il messaggio, perché Ue e India possano tornare a un rapporto sereno, visti anche gli importanti interessi comuni sul fronte strategico ed economico. Rapporti, fanno notare fonti diplomatiche, negli ultimi anni semi-congelati proprio per la vicenda (lo scorso anno fu annullato un vertice Ue-India), e cui invece Nuova Delhi tiene molto. Fonti Ue riferiscono che durante l’incontro, a porte chiuse, Modi ha avuto un tono molto più positivo di quello, duro, dei rappresentanti indiani all’Aja, insistendo che anche l’India lavora a una soluzione, avrebbe anzi usato l’espressione «rapidamente», segno che il premier vorrebbe chiudere il caso. Il testo della dichiarazione conclusiva non è stato di facile stesura ed è frutto di una mediazione. L’Italia premeva per una chiara dimostrazione di solidarietà da parte Ue, l’India ha tenuto a un chiaro riferimento alle famiglie dei pescatori uccisi. Entrambi elementi che ritroviamo nel testo: «L’Ue - si legge - condivide le preoccupazioni dell’Italia per trovare una rapida soluzione alla prolungata restrizione della libertà dei due marò», mentre «l’India sottolinea la necessità di rendere debita giustizia alle famiglie dei marinai indiani uccisi». Nella parte congiunta della dichiarazione si legge che «l’Ue e l’India esprimono la loro fiducia nella procedura arbitrale sul caso dei marò italiani in corso nel quadro della Convenzione Onu sulla legge del mare, pienamente sostenuta da Italia e India. Entrambe le parti contribuiranno a risolvere il caso su questa base».
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