sabato 14 maggio 2011
L'accordo, siglato tra i dipartimenti per le politiche della famiglia e della giustizia minorile, sarà presentato lunedì a Roma. Riguarderà attività di sperimentazione e ricerca sui modelli innovativi di intervento con le famiglie dei minori autori di reato, sulla linea delle attività già sviluppate nell'ambito del progetto "Family Roots" finanziato dall'Unione Europea.
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Aiuti per chi ha figli che commettono reati. L'accordo, siglato tra i dipartimenti per le Politiche della Famiglia e della giustizia minorile, sarà presentato lunedì (ore 10.30) a Roma presso la sede del Dipartimento per le Politiche della Famiglia. Saranno Roberto Marino e Bruno Brattoli, responsabili dei dipartimenti interessati, a presentare l'accordo di collaborazione sottoscritto il 21 marzo scorso sul tema "La famiglia di fronte al reato: azioni sperimentali a supporto delle famiglie dei minori autori di reato".L'accordo di collaborazione, spiega una nota, è finalizzato alla  realizzazione di attività di sperimentazione e ricerca sui modelli innovativi di intervento con le famiglie dei minori autori di reato, a prosecuzione ed ampliamento delle attività già sviluppate nel progetto "Family Roots" finanziato dall'Unione Europea. "Attraverso l'attuazione del progetto 'La famiglia di fronte al reato: azioni sperimentali a supporto delle famiglie dei minori autori di reato - spiega una nota - si intende coinvolgere sia nelle attività di co-progettazione dei modelli di intervento per le famiglie sia nella realizzazione delle sperimentazioni, nonchè nei rispettivi processi di validazione scientifica, operatori dei Servizi della Giustizia minorile e  del territorio". Il tutto in una dimensione internazionale grazie al coinvolgimento, oltre che dell'IPRS (Istituto Psicanalitico per la Ricerca Sociale), dei partner europei quali il The Christian Youth Village Foundation CJD Eutin e il Dipartimento per la Giustizia minorile portoghese". L'accordo, rileva la nota, "nasce con l'obiettivo di fornire una protezione e un sostegno mirati alle famiglie dei minori autori di reato che si vengono a trovare in una condizione di vulnerabilità e per prevenire le ricadute potenzialmente traumatiche dell'evento reato sul sistema familiare. Si è considerata la famiglia come risorsa ed elemento attivo di cambiamento durante il periodo di presa in carico del minore autore di reato".
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