Una nuova occasione sprecata per aiutare le famiglie italiane. Dei loro problemi economici si è finalmente parlato ieri in una Camera che, alle prese con lo
sprint finale sulla nuova Finanziaria (il voto finale è previsto oggi alle 11,30, poi va in Senato) divenuta ormai l’ultimo ostacolo prima della conta nella maggioranza, ha respinto 3 emendamenti - due dell’Udc e uno del Pd - che puntavano ad accrescere in modo sostanzioso il volume degli aiuti fiscali erogati ai nuclei. È stata approvata invece la proposta che destina 100 milioni ai malati di Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. E sono passate pure l’attesa proroga al 2011, ma spalmata ora in 10 anni, della detrazione del 55% sulle opere di risparmio energetico negli edifici, e la modifica sull’asta delle frequenze tv, secondo le proposte presentate dalla commissione Bilancio (termine a fine 2012 per assegnarle). La battaglia invano combattuta sulla famiglia ha fatto dire però a Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che «qui le chiacchiere stanno a zero: la
social card non esiste più, il
bonus famiglie nemmeno, si fanno grandi convegni nei quali si dicono cose anche condivisibili, ma poi non si fa niente in Parlamento. Gli atti – ha concluso Casini – diranno chi ha votato a favore o contro la famiglia».E contro ha votato, compatta, tutta l’attuale maggioranza, inclusi i finiani di Futuro e libertà. Tanto da far dire a Giuseppe Fioroni, esponente di punta del Pd, che «questo ci lascia profondamente perplessi: non avevano alcuna motivazione valida per bocciarli, gli emendamenti non producevano effetti sconvolgenti per i conti pubblici, ma avevano un effetto importante per la vita delle famiglie». In effetti, le proposte di modifica si preoccupavano anche di assicurare la copertura finanziaria, che aveva in comune l’innalzamento dal 12,5 al 20% della tassazione sui redditi da capitale con durata inferiore ai 12 mesi (Bot esclusi). Nel dettaglio, le proposte differivano in quanto le due dell’Udc ricalcavano la proposta del "Fattore famiglia" da poco elaborata dal Forum delle associazioni familiari, mentre quella del Pd (primo firmatario Pier Paolo Baretta) era un più tradizionale aumento delle detrazioni, previste a mille euro a figlio (1.100 sotto i 3 anni).Sul primo dei suoi emendamenti l’Udc ha voluto rafforzare il messaggio, facendo parlare per dichiarazione di voto tutti i deputati del gruppo, il che ha dato vita a un vero dibattito in aula. Luisa Santolini ha rilevato che, votando contro, «governo e maggioranza hanno confermato assoluta indifferenza su un tema cruciale». Gian Luca Galletti, anche lui Udc, ha aggiunto che «è ora di dare una risposta alle famiglie italiane, che sono state quelle che nella crisi hanno retto davvero la convivenza civile», mentre Rocco Buttiglione ha fatto notare al ministro Tremonti che «c’è sempre qualcosa di più urgente della famiglia». Dal fronte della maggioranza, che pure aveva il quoziente nel programma elettorale, il leghista Massimo Polledri ha replicato invitando l’Udc a «non usare le famiglie in modo politico strumentale», perché «vi sono battaglie che si combattono nel lungo periodo», e Beatrice Lorenzin (Pdl) ha ricordato «il grande investimento fatto sugli ammortizzatori, che ha impedito a 600mila famiglie di rimanere senza reddito». Per i finiani è stato Silvano Moffa a sostenere che il tema «non merita di essere affrontato con un semplice emendamento», rimandando a un’improbabile (vista la crisi politica) «sessione parlamentare sulle famiglie». Guerra di dichiarazioni fra i partiti, invece, per autoattribuirsi il merito dei 100 milioni alla Sla. Tanto da far dire a Maria Antonietta Coscioni che «ora altri rivendicano meriti per battaglie mai combattute».