Il Papa con il presidente Unitalsi Palese e l'arcivescovo Pennacchio - Vatican Media
«La vostra presenza numerosa e variegata – malati, persone con disabilità, volontari, barellieri, famiglie, operatori sanitari, giovani, sacerdoti – testimonia la bellezza di una Chiesa che sa accompagnare, una Chiesa che sa prendersi cura dei più deboli, una Chiesa che sa annunciare il Vangelo nella carità operosa». Papa Francesco ha ringraziato così, stamattina in Aula Paolo VI, tutto il grande popolo dell’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) giunto in Vaticano per concludere le celebrazioni del 120° anniversario della fondazione dell’associazione.
Guidate dal presidente nazionale Rocco Palese e dall’assistente nazionale, Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo, circa 4mila persone, tra cui 1.300 malati, hanno accolto festosamente il Papa, che al termine dell’udienza ha percorso tutte le prime file, dove lo aspettavano le persone in carrozzina.
L’Unitalsi fu fondata, dopo un viaggio a Lourdes, dal giovane Giovanni Battista Tomassi, affetto da artrite deformante irreversibile, come ha ricordato il Papa: «Nella città mariana aveva immaginato di togliersi la vita, e invece proprio lì ritrovò il senso profondo del suo essere, lì trovò la forza della fede». Francesco ha poi ricordato che i pellegrinaggi «sono un balsamo per le ferite di tante persone con disabilità, malate, anziane, bisognose di aiuto», aggiungendo che hanno in sé «i valori dell’accoglienza, dell’ospitalità, della solidarietà» e diventano «segno vivo della Chiesa che cammina insieme, che supporta chi non ce la fa e che non vuole lasciare indietro nessuno». «Sono – ha precisato – viaggi per la vita, viaggi di guarigione, in diverse dimensioni, che promuovono la dignità di ogni esistenza umana, soprattutto segnata dalla malattia, dalla fragilità, dalla sofferenza».
Il Papa ha sottolineato il valore della testimonianza resa dall’Unitalsi: «Non stancatevi di andare controcorrente in un mondo che, in nome del benessere e dell’efficienza a tutti i costi, emargina e scarta». Poi riferendosi all’immagine della Chiesa “ospedale da campo”, che «come il buon Samaritano si accosta con compassione e fascia le ferite versandovi olio e vino», ha invitato a mantenere un “profilo basso”: «Tutto in silenzio, tutto con discrezione, perché davanti alla sofferenza le parole devono lasciare spazio alla vicinanza e ai gesti di tenerezza. Mi raccomando, sia sempre questo il vostro stile».
Papa Francesco ha infine invitato l’Unitalsi a confidare in Maria: «Continuate a cercarla, a contemplarla, a invocarla, a deporre ai suoi piedi le fatiche, le angosce, i dolori che ognuno porta con sé». E ha ringraziato per la presenza dell’effigie della Madonna di Lourdes, che con la Peregrinatio Mariae l’Unitalsi sta portando per tutte le sezioni dell’associazione, «coinvolgendo migliaia di persone, nelle chiese, negli ospedali, nelle case di riposo e di accoglienza, nelle carceri». Avvicinandosi il Natale «la figura di Maria ci appare ancora più familiare, più vicina». «Lasciamoci guardare da lei – ha esortato il Papa – per imparare a dire sì, ad accogliere i progetti di Dio senza paura. E a prenderci cura dei più piccoli e indifesi». E ha concluso, benedicendo l’associazione, e auspicando che Maria «la Madre pellegrina nella fede e nella speranza accompagni i passi della vostra associazione».
Il presidente Rocco Palese, nel donare al Papa una scultura bronzea con il logo del 120° anniversario, che comprende il bastone e i sandali del pellegrino, e la figura stilizzata di Maria, ha ribadito l’impegno dell’Unitalsi: «Ci sforziamo di parlare il linguaggio di Gesù Cristo, che è quello della carità». Assieme tutti i presenti (ammalati, persone in difficoltà, pellegrini, sorelle, barellieri, volontari, assistenti), Palese ha portato la vicinanza di quanti non sono potuti essere presenti, a partire dai bambini malati accolti nelle case che l’Unitalsi gestisce per ospitare le famiglie di chi deve curarsi in centri pediatrici di eccellenza: a Genova, Roma, Perugia, Napoli e Milano.
Il presidente ha poi ringraziato il rettore del Santuario di Lourdes, padre Michel Daubanes (presente all’udienza), per avere donato la possibilità di portare l’effigie della Madonna in Italia. Il percorso della Peregrinatio Mariae è iniziato dalla grotta di Massabielle a fine settembre in occasione del pellegrinaggio nazionale, e sta attraversando tutte le sezioni Unitalsi: partita da quella Campana, si trova ora in quella Romana-Laziale, e terminerà a marzo in quella Umbra. Dopo l’udienza, i partecipanti si sono recati nella basilica di San Pietro, per partecipare alla Messa celebrata dall’arcivescovo Rocco Pennacchio all’Altare della Confessione.