Disagi a causa del maltempo per le 63.509 persone assistite, distribuite tra 5.030 tende, 404 alberghi e 1.176 case private. Precipitazioni diffuse, con rovesci o temporali, si sono abbattute su tutto il territorio abruzzese, provocando straripamenti di fiumi e allagamenti. Disagi si sono avuti anche nelle tendopoli, dove dopo una nottata di pioggia incessante, questa mattina si sono messe in sicurezza le strutture. La necessità ora è quella di riorganizzare i campi e razionalizzare le risorse, in modo da assistere al meglio chi ha perso la propria casa. Si sta cercando di accorpare i campi più piccoli in modo da renderli più funzionali. Da giorni i militari del Genio stanno lavorando per portare in tutti i campi l'elettricità e al massimo entro tre giorni tutte le tendopoli avranno docce calde e riscaldamento.Nei prossimi giorni, inoltre, sarà completato il censimento della popolazione che vive nelle tendopoli; uncensimento puntuale, che viene fatto tenda per tenda. In questi giorni, soprattutto a causa della pioggia, molte persone si sono spostate da parenti o amici che non hanno avuto le abitazioni lesionate, senza però lasciare il posto in tenda. Il censimento dunque servirà per avere un quadro chiaro delle presenze.Particolarmente colpito il teramano, dove nel Comune di Crognaleto, nella frazione di Vallocchio, sono stati evacuati 7 nuclei familiari, per un totale di 23 persone. A Roseto degli Abruzzi, sono stati allontanati 50 persone colpite dal sisma del 6 aprile, che avevano trovato ospitalità in una struttura alberghiera, così come anche a Scerne. Anche qui è stato evacuato un albergo: allontanati 40 nuclei familiari ospitati dopo il terremoto per un totale di 180 persone, oltre a tutto il personale dell'albergo. In serata, comunque, le persone hanno potuto far rientro nella struttura.
Appello del vescovo dell'Aquila. Nel giorno in cui l'Europarlamento si riunisce in seduta straordinaria per discutere sul ruolo dell'Ue nella ricostruzione e alla vigilia della riunione, a Coppito, del Consiglio dei Ministri per l'esame del decreto legge con gli interventi urgenti, l'arcivescovo dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari, lancia, attraverso Radio Vaticana, un appello per la ricostruzione: "Servono segnali forti su lavoro e casa", senza dimenticare l'impegno contro le possibili infiltrazioni mafiose. "Il Consiglio dei Ministri - ha detto mons. Molinari - è un segnale molto importante di fronte ai nostri problemi, alla nostra tragedia". Per quanto riguarda i rischi di infiltrazioni mafiose ecriminali, l'arcivescovo si dice "sicuro che non solo il lavoro della Procura, ma anche di tutte le altre Istituzioni" potranno favorire una ricostruzione più forte dell'Abruzzo: "Abbiamo certamente bisogno d'inchieste, di antimafia, però abbiamo bisogno di risorgere subito dalle macerie"."Abbiamo bisogno di segnali forti, subito - avverte mons. Molinari - non possiamo aspettare; quindi, ben venga tutto quello che aiuta la nostra ricostruzione a realizzarsi nel modo migliore, ma guai se ci sono ritardi dovuti a blocchi burocratici e altre situazioni. In un momento come questo, si pensi veramente al bene comune, la nostra gente aspetta subito un segnale, non si può vivere per sempre sotto le tende". I segnali invocati da mons. Molinari sono "lavoro e case. Per fortuna molte sono agibili, le altre vanno rese agibili; E poi, mi permetto anche di aggiungere l'università: per noi è molto importante, attira tanti giovani; oltre ad essere un'Istituzione culturale di alto prestigio è anche un grande motore economico".