mercoledì 18 maggio 2011
Bagnasco sarà accompagnato dall’arcivescovo di Palermo Romeo e da quello di Agrigento Montenegro. Corona di fiori per chi ha perso la vita tentando la traversata. Il cardinale sarà accolto da una scolaresca e poi parlerà ai volontari delle organizzazioni che lavorano a fianco dei migranti che salpano dal Nord Africa.
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«Generosi nell’accoglienza, che da sempre li contraddistingue, non devono sentirsi soli». Non furono solo parole di sentita ammirazione verso il popolo lampedusano, quelle pronunciate dal cardinale Angelo Bagnasco, nell’aprire i lavori del Consiglio episcopale permanente di fine marzo, in quei giorni difficili segnati dall’approdo di migliaia di migranti tunisini che avevano congestionato una Lampedusa lasciata sola, nonostante i ripetuti allarmi lanciati dal ministero dell’Interno. Ma altresì, furono un deciso appello per un grande sforzo comunitario rivolto a sostenere questo «avamposto sospirato di tanti profughi»: «C’è bisogno, oltre che dell’apporto generoso delle singole regioni d’Italia, anche della convergenza dell’Europa comunitaria».E oggi, per portare la solidarietà della Chiesa italiana a una comunità lontana, sul ciglio più estremo e a Sud dell’Europa, porta che si spalanca sulle vicende umane di sofferenza, solitudine, ma anche morte, che contrassegnano l’esperienza di chi migra attraversando il Canale di Sicilia, il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco sarà a Lampedusa. Nella sua visita alla comunità lampedusana e a quanti operano con gli immigrati, Bagnasco è accompagnato dal cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e presidente della Conferenza episcopale siciliana, dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro e da monsignor Domenico Pompili.«C’è, in noi, tanta attesa. È lui, il cardinale Bagnasco, che porta il messaggio ai Lampedusani. Noi lo stiamo aspettando, per accoglierlo come un padre. Con quel calore umano fatto di semplicità, ma ricco di testimonianza d’amore, così come è la prova dell’accoglienza, che da sempre contraddistingue la gente di quest’isola nei confronti di chi viene da lontano. Un’isola, purtroppo però, troppo spesso dimenticata, lasciata in disparte dalle autorità centrali, capaci solo di promettere e non mantenere», osserva don Stefano Nastasi, parroco della chiesa di san Gerlando.Il cardinale Angelo Bagnasco, partirà da Roma Ciampino con un aereo messo a disposizione dalla Guardia costiera, insieme al comandante generale ammiraglio Marco Brusco, attorno alle 9. L’arrivo a Lampedusa è atteso per le 10.30: nel piccolo aeroporto il cardinale riceverà il benvenuto di una scolaresca di alunni delle elementari. Poi, alle 11, celebrerà la Messa nella chiesa di san Gerlando, alla presenza delle autorità locali e della comunità cristiana lampedusana. Al termine si svolgerà un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, delle forze dell’ordine e di quanti, presenti sull’isola, sono impegnati nelle operazioni di intervento umanitario sul fenomeno dell’immigrazione. Ci sarà anche una visita del cardinale Bagnasco, la parte certamente più toccante, al Centro di accoglienza, dove attualmente sono presenti 285 stranieri, di cui 140 solo tunisini. Poi, prima del suo rientro a Roma, nel pomeriggio, un’altra occasione di visita che porterà il suo carico di emozioni, pensando a quanti in mare hanno perso la loro vita. Scortato da un corteo di imbarcazioni, a bordo di una motovedetta della Guardia costiera, il cardinale Angelo Bagnasco sarà accompagnato nell’area marina dell’Isola dei Conigli, dove a 15 metri di profondità si trova la statua della Madonna del Mare col bambino in braccio. Due sommozzatori si immergeranno con una ghirlanda di fiori.
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