La conferenza stampa di Slavini in prefettura a Napoli (Fotogramma)
Le promesse del ministro, le attese dei parroci. È tornato a Napoli, giovedì mattina, dopo un mese, Matteo Salvini per presiedere in Prefettura la riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Lo aveva detto alla città e ai sacerdoti della zona est del capoluogo campano: 28 preti che avevano rivolto a lui e al sindaco Luigi de Magistris una letteraappello in cui lamentavano lo stato di degrado della periferia orientale.
Salvini ha detto che, «come promesso, ci siamo rivisti e ora ci diamo appuntamento a dicembre perché fin quando non vedo i risultati concreti torno». Intanto il titolare del Viminale ha parlato di «risultati positivi raggiunti», snocciolando un programma fatto di «più uomini, più risorse, più telecamere, più controlli». È il «bicchiere mezzo pieno» di cui parla e che – ha assicurato – «potrà restituire speranza a questa stupenda città». Tra i fedeli delle comunità parrocchiali, però, resta il timore che tutto finisca qui.
Quanto ai parroci intervenuti al tavolo, «abbiamo chiesto a Salvini strategie perché qualche imprenditore investa creando occasioni di lavoro e che si metta in moto l’indotto di strutture importanti come l’Ospedale del Mare, il polo universitario di San Giovanni e il Palasport di Ponticelli», ha detto don Federico Saporito, che ieri ha partecipato al tavolo su Napoli Est in rappresentanza di tutti i sacerdoti del decanato che comprende i quartieri di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. «Abbiamo presentato un documento con le istanze per lo sviluppo del territorio anche con programmi a medio e lungo termine – dice don Federico –. Aspettiamo azioni concrete con una razionalizzazione degli interventi».
Ai sacerdoti Salvini ha promesso un altro incontro entro Natale, ribadendo gli impegni presi: il recupero del «campo di calcio abbandonato, il centro sportivo, la biblioteca dimenticata, la casa confiscata alla camorra che il Comune non assegna da mesi, le piazze di spaccio da andare a disinfestare. Cerchiamo di dare segnali concreti che anche la popolazione del territorio possa percepire».
Il Viminale ha annunciato impianti di videosorveglianza, la norma rottama-motorini e un cronoprogramma di sgomberi dei palazzi occupati tra Napoli e provincia, in primis quelli pericolanti e occupati dalla camorra. Il ministro ha incontrato per mezz’ora anche il medico Antonio Marfella e don Maurizio Patriciello, il quale a Salvini ha riferito che «lungo i marcipiedi di Napoli è tutta una 'terra dei fuochi': decine di rivenditori ambulanti di borse, scarpe, cinture in pelle, abbigliamento. La gente compra, i prezzi sono convenineti. Purtroppo quella merce è stata prodotta e quindi venduta in regime di evasione fiscale. Per ogni chilo di scarpe o borse prodotte nei laboratori in nero ce n’è mezzo di scarti. Che fine fanno? Dove vengono smaltiti?».
Critico il parroco di Caivano – ed editorialista di Avvenire – sulla proposta del ministro di realizzare nuovi inceneritori in Campania: «Abbiamo bisogno piuttosto di siti per smaltire i rifiuti speciali». Quanto ai 106 vigili in più annunciati per la città, giungeranno entro il 2018. Soddisfatto de Magistris. «Siamo lieti che il governo – ha detto il sindaco – abbia accolto le nostre istanze. Devo dare atto al ministro che alcuni segnali di attenzione sono arrivati».
Prima di lasciare la Prefettura Salvini ha riservato un lungo abbraccio ad Arturo, il 17enne accoltellato e rapinato il 18 dicembre del 2017 a Napoli, in via Foria. In mattinata, invece, all’arrivo del ministro un gruppo di manifestanti del centro sociale Insurgencia aveva tentato di forzare il blocco della polizia, a pochi metri dalla Prefettura. Gli agenti hanno respinto il corteo con una carica di alleggerimento. Momenti di tensione, un giovane di 15 anni è rimasto ferito.