«Cari agenti delle forze dell’ordine, quando è necessario e non vi è altra scelta che un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese»: il consiglio arriva da fonte autorevole, un’ex avvocata oggi insegnante di Diritto al liceo Pascal di Giaveno ( Torino). Il post di Patrizia Starnone – 46 anni, torinese – è una risposta a quello in cui Salvini, sul profilo Facebook della Lega, chiedeva ai militanti di commentare l’immagine di Gabriel Christian Natale Hjorth bendato e in manette in una stazione dell’Arma: «Alcuni giornalisti – scriveva il ministro dell’Interno – sostengono che si tratti di una foto choc. Voi cosa ne pensate?».
Data la stura, è arrivato il liquame: «Forse bisognava medagliarlo?»; «Sono assassini non meritano rispetto»; «Chi lo ha bendato merita un premio»; «L’indignazione per il criminale bendato è la cosa più scema che potevate inventarvi». Ma tra le tante perle, la giustizia sommaria consigliata dalla Starnone è diventata bersaglio di numerose critiche. Prima di lei un’altra insegnante è finita nel mirino sempre per un post, sebbene di segno opposto: invece di consigli agli agenti, dopo la morte del vicebrigadiere Cerciello Rega, Eliana Frontini, docente di Storia dell’arte, postava: «Uno in meno e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza».
Frase che le è costata l’apertura di un provvedimento disciplinare da parte dell’Ufficio scolastico regionale e di un fascicolo per vilipendio delle forze armate da parte della procura di Novara. E mentre in un primo tempo la Frontini ha chiuso il suo profilo Facebook – sommerso dalle critiche – facendo tante scuse e ammettendo di aver già fatto «troppi danni», ieri ha ritrattato tutto, sostenendo che qualcun altro abbia usato il suo account e il suo pc per postare il messaggio. Confesserà chi è il misterioso ladro di profili il 2 settembre, data in cui dovrà comparire davanti ai funzionari dell’Ufficio provvedimenti disciplinari. Le intemperanze nel linguaggio e la violenza verbale sono diventate una costante nei social e, sebbene non siano esclusivo appannaggio di Salvini e dei suoi follower, ieri per la prima volta in Italia Facebook ha rimosso alcuni post del profilo Lega-Salvini premier: in un messaggio del servizio assistenza di Fb – mostrato al mondo con orgoglio da Stephen Ogongo, giornalista 44enne originario del Kenya – si legge che «Lega-Salvini premier è stata esaminata e abbiamo riscontrato che alcuni contenuti sulla pagina non rispettano gli standard della community.
Abbiamo rimosso quei contenuti specifici anziché l’intera pagina». Ogongo vive in Italia da 25 anni, ha insegnato all’Università Gregoriana e a ottobre ha dato vita al movimento “Cara Italia”: «Si tratta di un segnale piccolo, ma di una bella soddisfazione, perché solo pochi giorni fa – ha spiegato all’agenzia Dire – abbiamo avviato una campagna indirizzata a Mark Zuckerberg in cui lo sfidiamo a chiudere tutte le pagine social di Salvini e della Lega, diventate ritrovo virtuale per le persone che portano avanti discorsi sessisti, razzisti e di odio contro gli immigrati, i rifugiati, i rom». Ed era scontato che Salvini e la Lega (in nutrita compagnia) abboccassero all’amo di una bufala con tutte le caratteristiche per scatenare i follower: gli assassini del vicebrigadiere Cerciello Rega sono nordafricani, mentiva il testimone dell’aggressione, l’uomo che stava procurando la cocaina ai due americani. Il razzismo versione social non ha più avuto freni.