venerdì 2 agosto 2024
Nell’omelia dell’arcivescovo il ricordo della strage del 2 agosto, ma anche dell’Italicus e del Rapido 904
La lapide che ricorda le vittime della strage di Bologna

La lapide che ricorda le vittime della strage di Bologna - Fotogramma

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Più che un ricordo della strage del 2 agosto 1980, quello del cardinale Zuppi è stato il ricordo delle stragi, al plurale. Tragedie dimenticate, come le ha definite celebrando la Santa Messa annuale per le vittime della bomba della stazione di Bologna. Sono quelle dell’Italicus e del Rapido 904, di cui quest’anno ricorrono il 50esimo e 40esimo anniversario. Prima della celebrazione, l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei si è recato a rendere omaggio alla stele che, nella stazione centrale, ricorda Silver Sirotti, il ferroviere eroe morto per portare in salvo più persone possibili tra le vittime dell’attentato dell’Italicus.

«Bisogna sempre cercare la giustizia, è l’unico modo con cui si cura la memoria. Altrimenti la memoria, soprattutto se accompagnata da un dolore così tragico, può diventare odio e vendetta», ha detto Zuppi, ricordando che non devono esserci vittime di serie B. Per questo, salutandolo, ha invitato il ministro dell’Interno Piantedosi (già prefetto di Bologna) a recarsi in futuro anche alle commemorazioni a San Benedetto Val di Sambro.

«Qui tutta la città si è presa carico della strage alla stazione e ne fatto memoria di tutti, da cui anche tanta insistenza che ha prodotto anche tanti frutti di giustizia. Nelle altre due stragi no, e questa è una sofferenza in più per i parenti delle vittime. E anche per noi, perché siamo sempre tutti colpiti dalle trame del male», ha detto.

Ha poi ribadito che le responsabilità della strage del 2 agosto 1980, «cominciano a essere molto chiare, in alcuni casi invece non sono ancora del tutto chiarite. E soprattutto devono essere chiarite le menti che erano dietro. Perché solo così si sana la memoria». La strage dell’Italicus fu un attentato di matrice neofascista, che avvenne nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974, in cui morirono 12 persone, tra cui «il piccolo Marco Russo, malato di leucemia, che tornava da un viaggio a Firenze con la famiglia. I genitori, morti con lui, lo portavano in giro per l`Italia nella speranza di distrarlo dalla malattia», ha ricordato il cardinale. La strage del Rapido 904 avvenne sempre in Appennino, nei pressi di Vernio, il 23 dicembre 1984, causando 16 vittime. «Non dimentichiamo», ha ammonito Zuppi, «perché vogliamo onorare i nostri morti, che sentiamo nostri, e cercare per loro e per noi la giustizia. La preghiera è il primo modo per non arrendersi e per cercare la giustizia, che è indispensabile per curare la memoria e difendersi dalle trame del male».

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