Il relitto del traghetto Moby Prince (Archivio Ansa) - ANSA
Arriva quindi il 1991, l’anno dei più grandi cambiamenti in Europa dopo la seconda guerra mondiale, l’epoca in cui accadono cose che lasciano il segno tanto a Est e al centro (cioè nei Balcani) quanto all’Ovest. Tramonta a Est quel colosso temibile che si chiamava Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, spauracchio dell’Occidente per oltre quattro decenni. L’Urss viene formalmente dichiarata morta il 26 dicembre, ma da mesi si capiva che era arrivata al capolinea: il 1° luglio era stato sciolto il suo braccio armato, il Patto di Varsavia; il 26 agosto il Cremlino aveva riconosciuto a tutte le repubbliche il diritto di secessione e del resto qualcuno aveva già approfittato del nuovo clima senza attendere il placet di Mosca, tanto che il 9 aprile la piccola Georgia – la patria di Giuseppe Stalin, Baffone – se ne era andata per la sua strada. Il 19 agosto i nostalgici del vecchio regime avevano tentato la restaurazione sequestrando il presidente Gorbaciov, ma il golpe era fallito.
Questo per quanto riguarda il mondo comunista. Al centro cominciano intanto a soffiare venti di guerra in Jugoslavia, Paese dove rancori mai sopiti e spinte centrifughe si fanno di giorno in giorno più evidenti. A dare il via alla dissoluzione dello stato federale tenuto insieme da Tito con il pugno di ferro sono la Slovenia e la Croazia, il 25 giugno. Seguirà a breve la Bosnia, con le stragi e le pulizie etniche che ben ricordiamo.
Veniamo all’Ovest del continente, dove dalla metà degli anni Cinquanta è attiva una entità politica che ha via via inglobato nuovi paesi cambiando anche nome. In principio era il Mec, Mercato comune europeo, diventato poi Cee, Comunità economica europea, dodici associati. L’11 dicembre 1991 il Consiglio europeo propone formalmente un documento che decreta la nascita dell’Unione Europea, quella che abbiamo oggi. Il trattato sarà firmato a Maastricht, città olandese a due passi dalla Germania e dal Lussemburgo.
Fuori dagli scenari del vecchio continente che succede? Di tutto. Apre il cuore alla speranza la fine dell’apartheid decretata in Sudafrica il 1° febbraio, ma intanto è appena scoppiata una guerra, e che guerra. La notte del 17 gennaio ci sono i primi bombardamenti su Baghdad; di «tempesta nel deserto» parlano gli americani che hanno assunto l’iniziativa assieme a decine di Paesi alleati. L’obiettivo è punire l’Iraq e Saddam per l’invasione del Kuwait dell’agosto precedente. Sono impegnati anche i nostri aerei e uno viene abbattuto. I piloti Bellini e Cocciolone sono catturati, l’Italia è in ansia. Verranno rilasciati il 3 marzo.
Tragedia di lì a poche settimane nelle acque del Tirreno, davanti al porto di Livorno. La sera del 10 aprile il traghetto Moby Prince diretto in Sardegna ha lasciato da pochi minuti la banchina quando entra in collisione con una petroliera ancorata in rada. Il traghetto prende fuoco, delle 141 persone a bordo solo un mozzo riuscirà a salvarsi. Sulla dinamica del disastro e sulle responsabilità non è mai stata fatta chiarezza.
Altri eventi importanti dell’anno riguardano la politica. Il 12 aprile nasce il settimo governo Andreotti che durerà 442 giorni, neanche poco. È una coalizione di Dc-Psi-Psdi-Pli-SVP e Union Valdotaine. Il 9 giugno c’è un referendum per il quale tutti pronosticano il non raggiungimento del quorum, invece vota il 62,5 per cento degli italiani che approvano l’abolizione delle preferenze multiple sulla scheda elettorale. C’è voglia di cambiamento, ma in realtà il Paese non cambia mai, lo dimostra l’incapacità delle istituzioni di stroncare la malavita organizzata che anche in questa stagione si dà da fare: uccide il magistrato Antonino Scopelliti in Calabria (9 agosto) e l’imprenditore siciliano Libero Grassi (29 agosto). Agosto davvero infuocato, questo del ’91: la mattina del 7 si profila davanti al posto di Bari il mercantile albanese Vlora, partito da Durazzo. Aggrappate l’una all’altra, a grappoli, si pigiano sulla nave 20mila persone. L’Albania sta scoppiando, loro cercano un’esistenza migliore.
Una notizia di ottobre infine, sempre da Bari: il 26 il teatro Petruzzelli viene devastato da un colossale incendio.
Non possiamo chiudere la panoramica sul 1991 senza parlare di noi, della Chiesa italiana e di Avvenire, che dal 1° giugno ha un nuovo vicedirettore, Dino Boffo. Nel contempo la veste grafica viene rinnovata. Il 7 marzo il Papa ha nominato presidente della Cei monsignor Camillo Ruini (sarà creato cardinale il 28 giugno e vicario di Roma il 1 luglio). Karol Wojtyla il 1° maggio ha pubblicato l’enciclica Centesimus annus e si è recato in pellegrinaggio in Polonia (giugno) e in Brasile (ottobre). Ragazzi di tutto il mondo, moltissimi gli italiani, sono stati a Czestochowa dal 10 al 15 agosto per la Giornata mondiale della gioventù.