Scusi, balliamo?
Ancora. I Rolling Stones, come giovani per sempre, scandiscono il tempo in casa nella mattina d'inverno. Balliamo? Propongo a questo tipo alto novanta centimetri. Lui è entusiasta. Batte i piedi, poi torna a chinarsi a quattro zampe, e oscilla, e ride. Scoppio a ridere anche io: così ballavano i neanderthaliani, prima di raggiungere la stazione eretta?
Passiamo a Guccini, La locomotiva, battagliero inno anni 70. Storia di un anarchico lanciato in una folle corsa contro «a un treno di signori». Martino ora si dondola alla voce emiliana, calda e densa. Che la avverta familiare? Metà dei trisnonni di mio nipote sono di Parma. E quando sente la voce tonante ripetere «La fiaccola dell'anarchia…», il bambino ride. Penso al mio nonno paterno, daziere anarchico a Parma negli anni Venti. Passa fra noi, impercettibile, come una rapida carezza.