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Quando il profumo riempie la casa

José Tolentino Mendonça mercoledì 21 ottobre 2020
«Tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo» (Gv 12,3). Sembrerebbe un'informazione inutile, questa sull'impatto del profumo di nardo puro che Maria utilizzò per ungere i piedi di Gesù, quando con Lazzaro e Marta lo accolse nella sua casa. L'annotazione del Vangelo richiede tuttavia di essere custodita nel cuore, poiché trasferisce tutta la scena a un livello più intimo. Il profumo ci parla dei piccoli gesti d'amore senza i quali noi non siamo; ci enuncia l'alfabeto della bellezza e il suo eccesso, più espressivo di qualsiasi parola; ci dice che la vita è odorosa, ha mille esalazioni; la vita trasuda, traspare, si riversa. Il gesto di Maria ci ricorda quella segreta evidenza che gli oranti sono chiamati a scoprire: che l'orazione non si esaurisce nell'esposizione dei nostri bisogni, ma deve rendere visibile il nostro desiderio; che non può limitarsi a un discorso sul pane, legato alla nostra lotta per la sopravvivenza, ma deve aprirci alla contemplazione delle rose. Sa Dio se abbiamo bisogno di pane, ma anche di rose. La preghiera è puro profumo quando accetta di essere gratuita e non s'impiglia nei perché e nei percome.