Torna a guardare al tempo con innocenza, come a un compito che i bambini conoscono meglio di te. Impara a cercare la sapienza come chi costruisce un ponte quando sarebbe più facile la distanza. Impara a elogiare la vita, che è sempre l'opportunità più bella, anziché svalutarla con scoraggiamenti e piagnistei. Impara a ringraziare l'amore, che ti svuota le mani e le lascia luminose al tempo stesso. Impara a trasformare, nel tuo quotidiano, l'ostilità in ospitalità fraterna. Non fermarti a condannare l'oscurità: accendi nel centro della vita una stella che danza. Comprendi che la tua è una condizione di custode e non di padrone, e che ciò ti richiede, ogni istante, la disponibilità a un amore senza calcoli né logorii. Esercita l'arte di rimanere con umiltà a fianco dei tuoi simili, prendendotene cura con dedizione ma senza protagonismi, senza in nulla forzare gli altri bensì attendendoli tutti con delicatezza, servendo loro come da corrimano. Confida nella verità dei gesti essenziali, nella forza di queste cose da niente che sono poi quasi tutto. Che il mondo non ti appaia mai come un luogo indifferente. Che la concreta presenza dell'amore di Dio ti illumini e faccia di te la meravigliosa trasparenza in cui questo amore si contempla. Che la tua preghiera di Avvento sia l'irresistibile desiderio che fa gridare all'anima: «Vieni!».