L'elefante nella stanza, come dicono gli americani, è finalmente diventato visibile a tutti. C'è da rallegrarsi che la maternità surrogata (la pratica che consente a coppie benestanti di pagare una donna perché porti in grembo un figlio da cui per contratto si separerà dopo il parto), finalmente sia uscita dall'ombra, raccogliendo a destra e a sinistra più critiche che applausi. Sarà forse per un problema di consenso che nonostante le sollecitazioni la segretaria Elly Schlein non si pronuncia apertamente né indica la posizione ufficiale del Partito democratico. Nell'attesa, il presidente Stefano Bonaccini,quasi a titolo personale, si dice «nettamente contrario» alla Gravidanza per altri (Gpa), e così la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani. Stessi toni per il leader di Azione Carlo Calenda, e la sua vicepresidente Emma Fattorini (qui l'intervista).
Tutti contro, a parole, ma in sostanza i partiti di opposizione dichiarano di voler votare contro la proposta di Fratelli d'Italia, incardinata giovedì alla Camera, per rendere l'utero in affitto (un altro modo per dirlo, il più esatto secondo la filosofa Francesca Izzo, visto che si tratta sempre di un contratto commerciale, non certo di un atto solidaristico) un reato universale.
Molto chiare, invece, le parole della Cei, che nel documento finale del Consiglio episcopale permanente si è riferita alle;«inaccettabili pratiche che mercificano la donna e il nascituro».
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