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Lotta al Daesh. Iraq, si stringe la morsa su Mosul

giovedì 20 ottobre 2016
L'offensiva contro i jihadisti del Daesh a Mosul, nel nord dell'Iraq, sta facendo più progressi del previsto. Lo ha detto il primo ministro iracheno Haider al-Abadi, intervendo in video conferenza alla riunione internazionale sul futuro di Mosul organizzata a Parigi dal presidente francese François Hollande. "Le forze in campo stanno procedendo verso la città di Mosul più velocemente di quanto avessimo pensato e più rapidamente rispetto a quanto avessimo programmato", ha detto Abadi. Le forze speciali irachene, addestrate dagli Stati Uniti, stanno avanzando sulla direttrice meridionale, mentre le milizie peshmerga curde si muovono da est e da nord, nel tentativo di stringere in una morsa Mosul, roccaforte del Daesh in Iraq.

Milizie curde peshmerga avanzano da nord verso Mosul (Lapresse)A MENO DI 10 KM DA MOSUL. Nella giornata di giovedì le forze speciali irachene hanno ripreso al Daesh la città di Bartalla, considerata strategica, a meno di 10 chilometri da Mosul.

Peshmerga preparano missili anticarro davanti a Naweran (Lapresse)I PESHMERGA DA NORD. Le forze curde peshmerga, con la copertura aerea della coalizione internazionale, hanno liberato il villaggio di Barima, circa 15 chilometri a nord di Mosul. Il comandante Gayaz al Suryi ha precisato che la liberazione è avvenuta dopo che questa mattina la città era stata accerchiata.

Peshmerga nei pressi di Naweran (Lapresse)Alcune ore prima, i peshmerga avevano liberato il villaggio di Naweran ed erano avanzati fino ad altri villaggi situati a meno di 17 chilometri da Mosul, riconquistando Khrap Delil, Pirhalan, Fadhliya e Omar Qamchi. Tutte zone abbandonate dalla popolazione già diversi mesi fa.

Peshmerga scrutano Naweran con i binocoli (Lapresse)BOMBA UCCIDE MILITARE USA. Un americano è morto per le ferite riportate in un'esplosione nell'Iraq settentionale. Lo rende noto il Pentagono in un comunicato in cui si legge che "un membro dell'esercito Usa è morto a causa delle ferite provocate dall'esplosione improvvisa di un esplosivo nel Nord dell'Iraq".

Il fumo di un'esplosione da postazioni del Daesh a Naweran (Lapresse) LA RIUNIONE DI PARIGI SU MOSUL. Alla riunione ministeriale di Parigi per la stabilizzazione di Mosul hanno partecipato una ventina di delegazioni occidentali e arabe: Bahrein, Canada, Cina, Egitto, Germania, Iran, Italia, Giappone, Giordania, Kuwait, Olanda, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Corea del Sud, Spagna, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione europea e Lega Araba. L'incontro è servito, si legge in una nota, a "trattare insieme" tre priorità: 1) la protezione dei civili, oggi "intrappolati da Daesh a Mosul e nei villaggi vicini e esposti alle zone di combattimento" 2) la fornitura degli aiuti e dell'assistenza umanitaria necessari per gli abitanti della Piana del Ninive nel contesto della battaglia di Mosul 3) l'elaborazione da parte delle autorità irachene di un piano di stabilizzazione della città di Mosul e della sua regione, più in generale delle zone liberate da Daesh. Mosul, la vera battaglia è contro il settarismo di Riccardo Redaelli

Civili a Khaldiya, uno dei pochi villaggi abitati intorno a Mosul (Lapresse)UN PIANO PER LIBERARE RAQQA. Secondo indiscrezioni diffuse dal Wall Street Journal gli Stati Uniti starebbero lavorando a un piano per l'assalto finale a Raqqa, roccaforte del Daesh in Siria. In pratica, l'equivalente di Mosul nel conflitto parallelo e contiguo che si combatte oltreconfine. In un'area dove i confini sono praticamente cancellati, essendo il nord dell'Iraq e della Siria in gran parte sotto il controllo del sedicente Stato islamico proclamato proprio a Mosul dal capo del Daesh Abu Bakr al Baghdadi nel giugno del 2014. L'obiettivo dell'amministrazione statunitense - scrive il Wsj - è quello di dare una spallata senza precedenti al Daesh conquistando le città simbolo di Mosul e Raqqa prima della fine dell'era Obama. Il piano a cui si starebbe lavorando - si spiega - è quello di assemblare una forza di combattimento al confine tra Iraq e Siria, che avrà l'obiettivo di isolare i militanti jihadisti arroccati a Raqqa, tagliando i collegamenti della città con le altre roccaforti satellite e chiudendo ogni via di fuga. Anche quella dei voli attraverso cui i terroristi si muovono nella regione mediorientale e verso l'Europa. A rendere complicati i negoziati - spiegano ancora fonti ben informate al Wsj - i rapporti tesissimi tra alcune delle forze che dovrebbero unirsi nell'offensiva verso Raqqa, come turchi e curdi e questi ultimi e i gruppi di arabi sunniti. Intanto ad Aleppo la tregua si estende fino a lunedì, per consentire l'evacuazione dei feriti e l'ingresso di aiuti. Ma soprattutto, sperano Mosca e Damasco, per far uscire civili e miliziani e facilitare al regime l'attacco finale sui quartieri in mano ai ribelli.