sabato 23 settembre 2023
Dopo i Mondiali, gli azzurri trionfano agli Europei, vincendo anche in tutte le categorie giovanili La passione senza età per un gioco che in Italia ha migliaia di appassionati e oltre 1.500 tesserati
A sinistra, Filippo Cubeta della Nazionale Open campione del mondo e d’Europa

A sinistra, Filippo Cubeta della Nazionale Open campione del mondo e d’Europa - FISCT

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Per chi è stato ragazzino negli anni Settanta-Ottanta questi sono giorni di gloria. L’Italia già campione del mondo in carica, ha vinto anche gli Europei di calcio da tavolo, la versione moderna del leggendario “Subbuteo”. Per i nati al tempo della playstation questo nome forse dirà poco. Al contrario, chi ha vissuto l’epopea dei giocatorini spinti con la punta del dito, oggi fa un tuffo nel passato, non senza nostalgia. Ritornano nitidi quei lunghi pomeriggi persi dietro a quegli undici omini di plastica pronti a rotolarsi sull’inconfondibile rettangolo di panno verde incollato spesso a una tavola di compensato. Una passione intramontabile nel nostro Paese al punto che se il calcio fosse un tavolo di Subbuteo l’Italia non avrebbe rivali. E così mentre c’è una Nazionale che da due edizioni non riesce a qualificarsi ai Mondiali, gli azzurri del calcio da tavolo sono i dominatori assoluti. Dopo la vittoria l’anno scorso della Coppa del Mondo, la Nazionale italiana Open del ct Marco Lamberti (composta da Luca Battista, Saverio Bari, Micael Caviglia, Matteo Ciccarelli, Filippo Cubeta e Claudio La Torre), si è laureata anche Campione d’Europa a Gibilterra, battendo in finale il Belgio (lo stesso avversario mondiale). Un trionfo e un’esultanza che sul Web ha fatto il giro del mondo, arrivata al Sudden Death (il Golden Gol), dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi con il risultato di 2 a 2. Ma il tricolore ha sventolato in quasi tutte le categorie sia a squadre che nel tabellone individuale (nel torneo open con i 48 migliori atleti continentali Saverio Bari si è arreso solo in finale allo spagnolo Carlos Flores).

Un bottino di nove medaglie d’oro su 12 in palio per una supremazia che va dai Veteran (over 45) a tutte le categorie giovanili: campioni d’Europa sia a squadre che nell’individuale nei tornei Under 20, Under 16 e Under 12. Se consideriamo che la media degli azzurri vittoriosi nella finale Open era di 24 anni, non si può dire che questo sia un gioco vintage, dimenticato in soffitta. Tutt’altro. Eppure ha quasi ottant’anni di storia. Era il 1947 quando venne lanciato da un appassionato inglese Peter Adolph che di professione faceva l’ornitologo: avrebbe voluto chiamarlo “The Hobby” ma fu respinto dall’Ufficio Brevetti. Ispirandosi al suo lavoro, lo “battezzò” col nome scientifico di un volatile, il Falco subbuteo. Come la beccata di un rapace, un colpo fulmineo con la punta di un dito avrebbe spinto i giocatorini nel calciare la palla in rete. Tutto, dal campo alle regole, doveva riprodurre una vera partita di calcio: due squadre con dieci miniature piantate su base semisferica più un portiere fissato ad un’asta. Due porte e un pallone che per garantire la giocabilità è in proporzione più grande dei ventidue piccoli eroi sul panno verde.

Dagli anni Settanta in poi il Subbuteo ha spiccato davvero il volo contando nel 1992 ben 7 milioni di appassionati in tutto il mondo. Del 1995 è la nascita anche della Federazione italiana sportiva calcio tavolo (Fisct) che oggi fa parte di un organismo internazionale che racchiude ben 40 federazioni nazionali di ogni continente. Alla Fisct aderiscono oggi in Italia circa 120 associazioni sportive e club dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, con oltre 1500 tesserati. Un fenomeno ludico che origina una miriade di tornei, sia maschili che femminili e competizioni anche per le persone diversamente abili. Una passione che si tramanda e resiste nell’era dei videogiochi. Perché regalare ai ragazzi d’oggi un Subbuteo può generare risposte inimmaginabili. La magia del panno verde non ha età. E il joystick non è tutto. C’è un gioco che in punta di dito conquista ancora il mondo.

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