Claudio Ranieri, 71 anni, allenatore del Cagliari neopromosso in Serie A
L’impresa di mister Ranieri, ex re di Premier con il Leicester: subentrato alla guida del Cagliari, nella finale playoff di B ha battuto il Bari e riportato i sardi nel massimo campionato Stadio San Nicola di Bari: al minuto 94 Pavoletti segna il gol dell’insperato 1-0 che regala al Cagliari la pronta risalita in Serie A. Una pioggia battente è la doccia gelida che mette in ginocchio l’ottimo e generoso Bari di Mignani. Sull’altra panchina, quella dei sardi, c’è un uomo di 71 anni, mister Claudio Ranieri, che esulta composto e commosso: abbraccia il medico sociale del Cagliari e scoppia in un pianto liberatorio. In quel finale thrilling ha appena realizzato che il tempo passa, ma le emozioni per lui sono sempre le stesse di trent’anni fa, quando, sempre alla guida del Cagliari, gli riuscì l’impresa della promozione in A. E quella volta fu anche doppio il salto: il Cagliari in due stagioni contando sempre sull’antidivo Claudio scollinò dalla C alla massima serie. La storia si ripete e in maniera quasi clamorosa, perché quando Ranieri alla vigilia dello scorso Natale ha accettato di subentrare in corsa (al posto di Liverani) ha trovato un bel gruppo da ricostruire, per il quale il ritorno in A era possibile, ma niente affatto scontato. E questo patron Giulini lo sa e si gode l’attimo e soprattutto la scommessa vinta ingaggiando il saggio Ranieri. Il quale, anche dopo la vittoria della semifinale dei playoff al cardiopalmo (decisivo il 3-2 dell’andata, vittoria in rimonta nei minuti di recupero) contro il Parma, rilasciò una delle sue perle serafiche: « Ai miei ragazzi ho detto bravi, ma anche che abbiamo fatto tanto, ma non abbiamo ancora fatto niente».
Parole che certificano la personalità umile e profonda di questo Maestro di vita, ancor prima che di calcio. Anche nell’ossessivo mondo del pallone esistono i bravi o i cattivi insegnati e poi ci sono i “Maestri”. A questa categoria, rara, appartiene di diritto Claudio Ranieri.Uno motivatore capacissimo di conquistare una promozione del genere in quanto forte di piccoli miracoli sportivi, come la conquista della Premier, nel 2016, con il piccolo grande Leicester. Da allora, nella città inglese il nome più gettonato nei battesimi anglicani è proprio Claudio,in onore di sir Ranieri. Prima o poi saranno costretti a fare sir sul serio il sor di Testaccio . Il rione in cui si è forgiata questa personalità mite che unisce lo spirito sanguigno dell’antico romano e l’eleganza dell’uomo di calcio che fa del fairplay (molto british come la sua residenza londinese) il suo scudetto a vita cucito sul cuore. L’uomo che è diventato, Ranieri ha sempre ammesso che è frutto anche di quella cultura d’oratorio vissuta nella sua infanzia romana. «Gli anni più belli e spensierati che ricordi, sono quelli passati alla parrocchia di San Saba. Solo se alla domenica andavi alla messa allora avevi diritto a giocare a basket, pallavolo o calcio con i più grandi, nel campetto dell’oratorio. Quando ogni tanto ci passo mi si stringe il cuore per la nostalgia... ». Si commuove ancora Ranieri che, nella vita di tutti i giorni come nel suo lavoro, ci mette sempre un tridente fondamentale formato da: disponibilità, pazienza e fatalismo innato. Quel fatalismo che con il sorriso placido e sornione lo fa stare ancora a bordo campo in attesa del risultato finale, senza mai perdere la testa. Dispensa consigli tecnici e qualche urlaccio paterno ai suoi ragazzi del Cagliari che a fine partita a Bari l’hanno portato in trionfo sotto una Curva sarda osannante.
Ma anche in questo frangente il Maestro ha mostrato tutta la sua grandezza: alla frangia che intonava sfottò verso l’opposta fazione barese, sir Ranieri ha fatto cenno di tacere invitando piuttosto ad applaudire gli avversari sconfitti, i quali meritavano il massimo rispetto. Ennesima lezione di stile. Quella l’ha impartita anche a Mourinho che, ai tempi in cui si scontrarono in Serie A, a Ranieri diede del «vecchio», salvo poi ricredersi quando in Premier il Leicester di sir Claudio si impose sul Chelsea dello “Specialone”. «Nel tempo Mourinho ha modificato il giudizio sul sottoscritto, ha detto delle cose belle su di me e anche sul Leicester», spiegava con il solito tono bonario sir Claudio che ovunque va lascia sempre il segno. Lo ha fatto da noi, dal Napoli alla Juventus fino all’amata Roma e portando in salvo con spirito da impeccabile «aggiustatore » in corsa, quel Parma che ha appena eliminato ai playoff promozione. E poi gli anni edificanti della Liga (Valencia), in Premier al Chelsea prima dell’apoteosi di Leicester dove c’era arrivato da ct dimissionario in Grecia. Ecco, manca forse ancora un capitolo alla carriera di questo signore dei duelli, una Nazionale. E se Roberto Mancini dovesse stancarsi, dopo il Mondiale del 2024, quale migliore scelta se non affidare gli azzurri a un maestro di campo e di vita come Ranieri? Intanto sir Claudio prima di rituffarsi in A con il Cagliari torna a fare il nonno di Orlando che alla vigilia della sfida finale del San Nicola sul suo profilo Instagram ha caricato la squadra di nonno Claudio scrivendo: «Ciao Cagliari, sono Orlando. Dovete vincere contro il Bari. E anche se lo stadio è grande grande sempre 11 siete, dovete fare gol, un gol bello però. L’Isola vi vuole bene». Un gol più bello di quello di Pavoletti non poteva esserci. L’Isola ora vuole più bene che mai ai suoi ragazzi, ma soprattutto al Maestro, sir Claudio Ranieri.