Liliana Segre al centro del Palco Reale alla prima del "Don Carlo" alla Scala
Accolta come una autentica star sin dalla sua entrata nel foyer della Scala, con tanto di baci e abbracci con Ornella Vanoni, la senatrice Liliana Segre seduta in prima fila nel palco reale mette tutti d’accordo tra gli applausi dell’intero teatro. «Nessuna polemica, solo un problema logistico» lasciano trapelare da Palazzo Madama, dopo il balletto sulla sistemazione in teatro degli ospiti istituzionali e politici al Teatro alla Scala di Milano per assistere alla prima del Don Carlo di Verdi del 7 dicembre. L'opera si è conclusa con un trionfo per il cast dei cantanti, qualche rumoreggiare per il direttore Riccardo Chailly e diverse contestazioni al regista Luis Pasqual dal Loggione: in totale 13 minuti di applausi.
Il giorno prima i rappresentanti scaligeri della Cgil e della sezione Anpi della Scala avevano annunciato che non avrebbero partecipato «ad alcun cerimoniale di saluto istituzionale rivolto a chi non ha mai condannato il fascismo», ovvero il presidente del Senato La Russa, a Milano per fare le veci del Presidente della Repubblica. Lo stesso sindaco Sala aveva poi dichiarato di volersi sedere in platea accanto alla Segre, rinunciando al Palco Reale come «gesto politico» di vicinanza a lei ma anche a quanto sta succedendo in Medio Oriente.
Assenti Mattarella e Meloni, prima fila del palco reale della Scala dunque con la senatrice Liliana Segre e la figlia, Federica Belli Paci, accanto da una parte il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e il presidente del Senato Ignazio La Russa. In seconda fila, subito dietro i ministri, a partire dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, quello della Cultura Gennaro Sangiuliano e la ministra per le Riforme Elisabetta Alberti Casellati per la quale «Liliana Segre è per me un’amica e al tempo stesso un esempio di donna da ammirare, che ha tramandato una memoria ai posteri e lei lo ha fatto attraverso la sua storia personale, cioè di quello che nel mondo si deve evitare». Tutti insieme appassionatamente a cantare l’Inno di Mameli, quindi, anche se al termine una voce dalla sala grida «Viva l’Italia antifascista».
«Sono un’abbonata. Ho iniziato dal loggione. E questo è un bel momento da ricordare» si limita a dire sorridente da appassionata di musica la senatrice Segre che aggiunge: «Mi manca Mattarella. Mi invitava sempre nel palco reale durante gli intervalli. Io non ho fratelli né sorelle ma gli voglio bene come a un fratello». Smorza le polemiche il presidente del Senato Ignazio La Russa arrivando al Teatro. «Sono stati solo temi logistici, niente che mi abbia impressionato – risponde puntando piuttosto sull’orgoglio italiano -. Milano è al centro del mondo, spero sarà una grande serata di musica come sempre avviene alla Scala. Poi il Don Carlo non è qualcosa che si può ammirare tutti i giorni, è un grande evento».
In platea, intanto, fra il pubblico seduti anche Vittorio Sgarbi, il regista Pedro Almodovar e l'attore Louis Garrel, Roberto Bolle, Ornella Vanoni e Patti Smith. «La Prima della Scala è sempre un momento in cui escono tante cose, vere o false, non mancano mai discussioni o polemiche, è così da sempre. Io ho chiesto a tutti nel nostro teatro di concentrarsi sul nostro lavoro che è di produrre uno spettacolo bello e importante. Noi facciamo questo». Lo ha detto il sovrintendente della Scala Dominique Meyer che piuttosto si dice felice dell’iscrizione del Canto lirico italiano nella lista del patrimionio immateriale dell’Umanità dell’Unesco arivata proprio alla vigilia del 7 dicembre scaligero. «Da 400 anni l'opera lirica è un veicolo fantastico per conoscere e amare la lingua e la cultura italiana nel mondo intero - ha sottolineato Meyer -. Io lo so bene, ho iniziato a parlare un po’ di italiano con le frasi dei libretti d’opera e molti come me».
«Per quello che rappresenta Liliana Segre è più che doveroso che sieda nel palco reale” secondo il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi che ha sottolineato che «la sua presenza assume un significato importante, simbolico con quello che succede nel mondo e in particolare in Medio Oriente». Inoltre per celebrare l'inserimento del canto lirico nel patrimonio Unesco Mazzi pensa a «un grande evento televisivo nell’estate 2024 dedicato all’opera italiana patrimonio dell’umanità. E inoltre vorrei fare un concorso di idee per un logo».