mercoledì 13 luglio 2016
Stasera a Roma l'inaugurazione dell'antico e importante complesso archeologico, caro alla memoria cristiana. Gli scavi e i restauri promossi dall'Opera Romana Pellegrinaggi
Riapre il Carcere Mamertino, prigione di Pietro
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Riapre stasera a Roma il Carcere Mamertino, dove furono rinchiusi anche san Pietro e san Paolo. L’inaugurazione di uno dei più importanti e antichi complessi archeologici di Roma, che si affaccia sulla cornice del Foro Romano, avviene al termine dei lavori di scavi archeologici e di riqualificazione promossi dall’Opera Romana Pellegrinaggi.

(Fotografie Lapresse) Sull’autenticità di questo sito è intervenuto, intervistato dalla Radio Vaticana, il vicepresidente dell’organismo, monsignor Liberio Andreatta. «La tradizione la reputa come cosa certa, e non solo attraverso gli scritti che abbiamo ereditato e dalle testimonianze, ma anche attraverso tutta l’iconografica e tutte le immagini che abbiamo ritrovato scavando all’interno del Carcere: sin dall’inizio dei primi secoli della Chiesa, la comunità cristiana ha venerato questo luogo. Quindi deduciamo che quasi certamente questo è stato il carcere in cui Pietro è stato imprigionato, dove lui ha convertito e ha battezzato i suoi due carcerieri».

Monsignor Andreatta, si arriva all’inaugurazione del Carcere Mamertino dopo una campagna di scavi che ha visto protagonista anche l’Opera Romana Pellegrinaggi «Sì. Noi abbiamo preso proprio l’impegno di recuperare e di riportare alla luce quello che è stato addirittura l’antico Tullianum. Pensi che il Tullianum risale all’VIII secolo a.C.: è un luogo ai piedi della Rupe Tarpea; è un luogo sacro, perché vedeva la presenza dell’acqua; è un luogo che poi – successivamente – nel trascorrere dei secoli diventa un carcere di massima sicurezza, in cui venivano abbandonati e messi dentro i veri nemici dell’Impero. I romani non amavano fare martiri, per cui i grandi nemici dell’Impero non venivano uccisi - per non creare, appunto, dei martiri - ma venivano messi nell’oblio. C’era questo grande pozzo, immenso, profondo - che noi, attraverso gli scavi, abbiamo ritrovato - con una piccola buca aperta sopra: venivano buttati dentro e abbandonati, fatti marcire come se dovessero scomparire. Poi, grazie alla pietà popolare, è stata costruita una Chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, che poi è stata demolita ed è stato creato un altro luogo di culto… Oggi ci sono addirittura quattro strati: la Chiesa seicentesca, la parte superiore di San Giuseppe dei Falegnami, costruita dalla Confraternita di San Giuseppe dei Falegnami; poi, sotto al pavimento, al centro, c’è il Sacrario del Crocifisso – una bellissima Cappella del Crocifisso - voluta nel 1800 da Pio IX, con una bellissima immagine del tempo che ricorda quando lui dall’esterno ha fatto portare all’interno un Crocifisso antichissimo; poi sotto c’è il cosiddetto carcere, che ricorda con l’altare e la colonna la prigionia di Pietro; e sotto ancora c’è il Tullianum. Quindi sono quattro strati. A latere, noi abbiamo creato un bellissimo e straordinario museo multimediale, in cui abbiamo esposto tutti gli scheletri, le medaglie, le immagini… Basti pensare – ad esempio – alle medaglie dei Giubilei che sono state trovate: quindi la tradizione ci dà per certa la devozione a Pietro. Ci sono degli affreschi di Gesù che mette la sua mano sulla spalla di Pietro per rassicurarlo. Ma, soprattutto, è stata scoperta una cosa straordinaria: la Madonna della Misericordia, che risale all’inizio del XIV secolo, che è l’unica Madonna della Misericordia conservata a Roma».

Qual è il senso di questa operazione di scavi dell’Opera Romana Pellegrinaggi? «E’ duplice. Prima di tutto, per recuperare la memoria di Pietro, la memoria delle nostre tradizioni e quindi nella continuità della presenza della Chiesa a Roma, una Chiesa che nasce e si sviluppa con la testimonianza e il martirio degli apostoli e dei martiri. Quindi, siamo andati alle radici della presenza della Chiesa e della nostra fede in Roma: e questa ne è il complesso monumentale più antico che abbiamo a Roma. Quindi il primo scopo è restituire la memoria; e, in secondo luogo, perché vogliamo valorizzare molto questa immagine della Madonna della Misericordia nell’Anno della Misericordia. Questa scoperta straordinaria che è stata fatta proprio in sintonia con l’intuizione di Papa Francesco di indire, per tutta la Chiesa universale, l’Anno della Misericordia. Quindi Maria Madre della Misericordia, fondata su Pietro e Paolo».

 
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