Dall’etere al palcoscenico. Ildegarda di Bingen tocca terra e dal disco con cui Angelo Branduardi l’ha riportata a vibrare e a far vibrare le anime, la monaca, mistica, santa, musicista, scrittrice e molto altro da stasera prenderà anche forma. Quella sua musica orizzontale (ai tempi non esisteva l’armonia) ma verticale nella portata spirituale e nel suo ascendere verso le vette della contemplazione, proverà infatti a sfidare con la verticalità dell’armonizzazione che ne ha fatto Branduardi l’orizzontalità di questi nostri tempi assuefatti al disincanto. Dopo la data zero di giovedì a Castelraimondo, nel Maceratese, stasera ci sarà il debutto ufficiale in tour di questo nuovo coraggioso album di Branduardi al Teatro Galleria di Legnano. Diviso idealmente in due parti, il concerto si aprirà proprio con i brani de Il cammino dell’anima. Con lui sul palco, uniti ad Angelo anche nei cori, Fabio Valdemarin (tastiere e chitarra), Antonello D’Urso (chitarre), Stefano Olivato (basso e contrabbasso elettrico, chitarra, armonica) e Davide Ragazzoni (batteria e percussioni). «Essendo una suite – spiega Branduardi – ci sono molti complessi agganci tra un pezzo e l’altro. Essermi immerso nel mondo spirituale e musicale di Ildegarda è stato tanto faticosa quanto profondamente appagante. Incredibile, ma vero, questo disco di musica sacra si sta rivelando un successo simile a quello su san Francesco. Forse significa che c’è un grande bisogno di alzare lo sguardo».
Ildegarda definì “Sinfonia” il ciclo lirico delle sue opere composte nel XII secolo. Per lei l’anima è infatti “sinfonica” e trova la sua espressione nell’accordo segreto di spirito e corpo sublimati nell’atto musicale, nell’armonia prodotta dal suono degli strumenti e dalla voce umana, nell’armonia celeste e nell’accordo misterioso che viene dall’anima. Tradotti dal latino e rielaborati da Luisa Zappa (moglie di Branduardi e sua storica sodale artistica in veste di paroliera) i testi e le musiche sono tratti dall’opera Ordo Virtutum, dramma liturgico di Ildegarda in cui le personificazioni delle Virtù seguono trepidanti i passi incerti dell’Anima tentata dal Demonio. Colpisce ascoltare Branduardi impersonare Satana tentatore con una suadente e nel contempo minacciosa voce (resa grave e cavernosa) mentre avverte le Virtù: «Non avete nulla da dare a chi vi segue, voi tutte non sapete nemmeno chi siete, voi non siete niente! E tu, anima, chi sei, da dove vieni? Tu eri avvinghiata ed io con me ti ho sollevata. Ora sono adirato per il tuo tradimento, ma combatterò e di nuovo ti avrò!» Ecco, dunque, il cammino dell’anima. Tra atmosfere cupe e a tratti radiose. A cui Branduardi conferisce ritmo da danza.
«Ci si potrebbe chiedere cosa c’entra la danza, ma nell’anno mille durante le cerimonie si danzava. E Ildegarda ha proprio scritto alcune danze per le monache che rappresentavano la sua opera, assolutamente originale e moderna». «Fuggi, fuggi, il passo del serpente è dietro di te!» avvertono in coro le Virtù mentre il ritmo incalza e si preannuncia la parte musicalmente più stupefacente e melodiosa dell’opera di Ildegarda. «Io non sono un teologo – dice Branduardi spiegando la parte finale dell’opera che si conculde con i brani L’estasi - La Donna e L’estasi il Figlio –, ho solo seguito esattamente il percorso spirituale di Ildegarda che sfocia in due meravigliose Ave Maria che sono da brivido. Ma ancor più è il testo in cui si rivolge alla Madonna definendola “generosa”: questo è genio puro, poesia alla potenza ennesima». A Branduardi, invece, il merito e il coraggio di questo ulteriore cammino. Anche verso i suoi 70 anni che festeggerà il 12 febbraio. Ci sarà un concerto pubblico e uscirà la trilogia in vinile che partendo da Futuro Antico, attraverso L’Infinitamente piccolo su San Francesco arriva a Ildegarda di Bingen.