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La Luna avrà compagnia nel cielo terrestre. Il 29 settembre, un asteroide con un diametro di soli 10 metri sarà catturato dal campo gravitazionale del nostro pianeta, attorno a cui orbiterà fino al 25 novembre. Il corpo celeste, denominato 2024 PT5, è stato individuato il 7 agosto scorso da due astronomi dell’Università Complutense di Madrid, Carlos e Raúl de la Fuente Marcos, che hanno pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Research Notes. La scoperta è stata possibile grazie all’Asteroid terrestrial-impact last alert system (Atlas), il sistema utilizzato dalla Nasa per ricercare con anticipo oggetti potenzialmente pericolosi.
Questa mini-Luna non sarà visibile a occhio nudo a causa della sua elevata magnitudine apparente, la misura che permette di calcolare la luminosità di un corpo celeste. La magnitudine di 2024 PT5 è pari a 27,6, un valore molto alto se si considera che la stella meno luminosa osservabile dalla Terra senza l’impiego di strumenti specifici ha una magnitudine di 6.
L’asteroide si avvicinerà al nostro pianeta a 1.600 chilometri orari, una velocità relativamente bassa che gli impedirà di proseguire la sua traiettoria originale. Catturato dal campo gravitazionale terrestre, percorrerà un’orbita a ferro di cavallo in 56 giorni, durante i quali guadagnerà sufficiente velocità per liberarsi dalla forza attrattiva della Terra. Non ci sarà, quindi, il rischio di collisione.
Nonostante si tratti di un fenomeno poco frequente, non è la prima volta che il nostro pianeta intrappola temporaneamente un corpo celeste in avvicinamento, i cosiddetti near-Earth objects. Ne è un esempio l’asteroide 2022 NX1, che ha ruotato attorno alla Terra per 22 giorni nell’estate del 2022. Altre mini-lune, denominate 2006 RH120 e 2020 CD3, sono rimaste in orbita per un periodo prolungato: la prima per un anno, tra il 2006 e il 2007, la seconda per tre anni, dal 2017 al 2020.
Per quanto riguarda l’esempio più recente di near-Earth object, 2024 PT5 non si allontanerà definitamente dalla Terra dopo il 25 novembre. Tornerà il 9 gennaio 2025, quando raggiungerà il punto di massimo avvicinamento. Questo non significa che l’asteroide diventerà nuovamente un satellite del nostro pianeta: la sua velocità sarà di 3.700 chilometri orari, sufficiente da sfuggire al campo gravitazionale terrestre.