giovedì 20 marzo 2025
In 130 anni di storia l’organismo creato da Pierre de Coubertin ha visto sempre uomini al vertice. L’ex stella del nuoto zimbabwese: «Sono davvero orgogliosa, voglio essere da esempio»
La prima donna alla guida del Cio: Kirsty Coventry, 41 anni, ex nuotatrice e politica dello Zimbabwe

La prima donna alla guida del Cio: Kirsty Coventry, 41 anni, ex nuotatrice e politica dello Zimbabwe - ANSA

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Ci sono voluti 131 anni di vita e nove presidenti maschi, otto europei e uno statunitense, per far maturare in seno alla famiglia olimpica i germi di due rivoluzioni, esplose in appena sette minuti di silenzio elettorale in un resort della Messenia, sotto il vento sferzante dello Ionio. Donna e africana. Kirsty Coventry abbatte in un colpo solo due tabù, artigliando le redini del Comitato olimpico internazionale con grinta e determinazione, le medesime qualità sfoderate in acqua quando da nuotatrice batteva le rivali soprattutto nella bracciata a pancia in su. La Grecia le aveva regalato nel 2004 ad Atene il primo oro olimpico nei 200 dorso, bissato poi a Pechino nel 2008, la stessa terra le consegna ventuno anni più tardi la corona del Cio. Dall’Attica al Peloponneso, evidentemente la quarantunenne zimbabwese ha un feeling particolare con la terra di Olimpia. La 144esima Sessione ha partorito il disegno tessuto e armato con dovizia di particolari dal presidente in carica fino al prossimo 23 giugno, il tedesco Thomas Bach, che aveva individuato nell’attuale ministra dello sport dello Zimbabwe, la sua delfina, colei a cui cedere lo scettro marchiato con i cinque cerchi dopo dodici anni di regno.

Non lo ha mai detto in pubblico, ma lo ha sostenuto in privato, durante i sei mesi di una campagna elettorale mai decollata, appunto perché il risultato sembrava scritto già all’origine. Eppure per avere la certezza mancavano i dettagli che sono stati limati nei colloqui riservati dentro le mura di Costa Navarino tra piscine e spa, ristoranti e negozi. Quando davanti ai grandi elettori il dirigente teutonico ha aperto la busta contenente il nome di Coventry il suo volto era il ritratto della gioia. «Voglio congratularmi con Kirsty per l’elezione. La sua è stata una vittoria chiara, restituendo un segnale di grande unità. È stata eletta al primo turno, cosa che nemmeno a me era riuscita nel 2013. Adesso la inviterò a Losanna per tre mesi di transizione nell’amministrazione in vista del passaggio di consegne che avverrà il 23 giugno», ha dichiarato a caldo Bach, commentando un risultato incontrovertibile.

Su 97 votanti, Coventry ha ottenuto 49 preferenze, esattamente quante ne occorrevano per chiudere in anticipo lo scrutinio. Gioco, partita, incontro al primo match point. La più giovane tra i sette candidati beffa i colleghi veterani. «Non ridurrei la portata dell’evento al fatto che una donna abbia sconfitto sei uomini, ma evidenzierei i differenti approcci e proposte. Serviva una personalità in grado di riflettere opinioni e valori del Cio e di unire. Questo è il messaggio che l’elezione di Coventry trasmette al mondo», osserva Bach, aggiungendo: «Sono preparato per lasciare e sono sicuro che gli altri candidati aiuteranno il nuovo presidente nel suo compito». Un messaggio colto subito dai contendenti sconfitti, che hanno accettato il risultato senza polemizzare. Lo spagnolo Juan Antonio Samaranch Junior, figlio di colui che guidò la barca dal 1980 al 2001, si è fermato a 28 preferenze. «Non mi aspettavo un’affermazione così schiacciante di Coventry al primo turno, ma ciò testimonia la compattezza della famiglia olimpica. Sono deluso per il mio risultato, ma contento perché dall’elezione esce un movimento unito e non spaccato».

Il presidente di World Athletics, il britannico Sebastian Coe ha racimolato appena otto voti: «Mi congratulo con Kirsty e accetto la decisione dei membri del Cio». Quattro a testa le preferenze per il francese Lappartient (»Il risultato è chiaro. Mi aspettavo più turni, invece la maggioranza è stata compatta») e il giapponese Watanabe. Si sono fermati a quota due lo svedese dal passaporto britannico Eliasch e il principe giordano Feisal Al Husseyn. L’indicazione di compattezza è il messaggio più forte del pomeriggio. La famiglia olimpica opta per la strada della continuità nella sostanza, ma con la scelta di Coventry ribalta la forma. «È un momento straordinario, mai lo avrei immaginato. Non è solo un grande onore, ma un impegno verso chi mi ha scelto a guidare il Cio con orgoglio e con i valori olimpici nel cuore», le prime parole della nuova leader, che ha poi approfondito il significato della sua elezione. «Sono particolarmente felice di essere la prima donna presidente del Cio, e anche la prima africana e spero che questo voto sia di ispirazione per molte persone. I soffitti di cristallo sono stati infranti e sono pienamente consapevole delle mie responsabilità. Lo sport ha un potere ineguagliabile di unire, ispirare e creare opportunità per tutti, e mi impegno a garantire di sfruttare al meglio questo potere. Insieme all’intera famiglia olimpica, compresi i nostri atleti, tifosi e sponsor, costruiremo il domani sulle nostre solide fondamenta, abbracceremo l’innovazione e sosterremo i valori di amicizia, eccellenza e rispetto. Il futuro del movimento olimpico è luminoso e non vedo l’ora di iniziare».

Un grande abbraccio col marito Tyrone, un bacio ai due bambini: c’è anche il ritratto nella famiglia nel quadretto del giorno del trionfo, in cui Coventry racconta di sé stessa come una persona coraggiosa e piena di idee, parlando del suo predecessore (»Bach è stato un grande leader, non sarà facile succedergli, ma i mesi di transizione mi aiuteranno»), della presenza femminile nel Cio («Anita De Frantz, la prima donna candidata alla presidenza nel 2001, è stata la mia ispiratrice»), dell’Africa («È un continente con tante opportunità che in occasione dei Giochi giovanili di Dakar 2028 saprà stupire»), di Donald Trump («La comunicazione sarà fondamentale, lo considero un amante dello sport e di sicuro vorrà che i Giochi di Los Angeles siano di successo»), del doping («Rafforzare l’agenzia antidoping sarà tremendamente importante»), della Russia: «Dobbiamo aiutare gli atleti coinvolti nei conflitti, il successo si ottiene se si lavora in team». I suoi primi Giochi saranno quelli di Milano-Cortina, toccherà quindi all’Italia battezzare la sua leadership. Giovane, bionda e sorridente. Una ventata di freschezza in un ambiente conservatore.

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