La tessera di allora e quella di oggi - Lucio Virzì
La presa d'atto di una «innegabile responsabilità» nella politica razzista del Fascismo e la conseguente azione riparatrice, seppure a 85 anni dai fatti. Ieri sera, il Club alpino italiano ha ufficialmente riammesso i soci della Sezione di Roma, espulsi dopo l'emanazione delle leggi razziali del 1938. Ai discendenti di Franco Modigliani, Bruna Zevi, Carlo Franchetti, Alberto Moravia, Agnese Ajò, Enrico Jannetta ed Emilio Segré è stata riconsegnata la tessera associativa, durante un evento al Centro Ebraico Italiano di Roma, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente generale del Cai, Antonio Montani e le presidenti dell'Unione delle Comunità ebraiche in Italia, Noemi Di Segni e della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
Non risparmiato, come tutte le realtà associative, dalla fascistizzazione imposta dal regime, il Cai (ridenominato Centro alpinistico italiano), fu coinvolto nell'opera di “bonifica” avviata con una nota «Riservatissima» del presidente generale Angelo Manaresi, datata 5 dicembre 1938, in cui si diceva chiaramente che tutti i dirigenti e i soci dovevano essere di «razza ariana pura». Una follia pagata a caro prezzo da oltre 100 soci del Cai di Roma e da altre migliaia in tutta Italia. Ora, a più di otto decenni da quei fatti, il Cai, facendo seguito a una mozione approvata dall'assemblea dei delegati di Bormio del 29 maggio 2022, ha avviato un «percorso di autocritica, riflessione storica e rielaborazione etica», che passa anche attraverso la riconsegna della tessera ai soci ebrei espulsi. Lo stesso sarà fatto dalla Sezione di Milano, che ha organizzato un evento per domani sera.
«Sono diverse le azioni su cui il Cai è al lavoro oggi - si legge in una nota -: dall'adeguamento dei testi storici riportati sul sito, all'edizione di una pubblicazione di approfondimento tratta dalla ricerca storica di Lorenzo Grassi, dalla posa di pietre d'inciampo a memoria dei soci deportati e assassinati all'organizzazione di iniziative nelle Sezioni e nei territori nel giorno della Memoria, dall'emissione di un bando di finanziamento per la conservazione e catalogazione degli archivi storici delle Sezioni all'organizzazione di un convegno storico-scientifico. Fino ad arrivare a una mostra digitale stabile da realizzare con il museo nazionale della montagna di Torino».