martedì 15 aprile 2025
Una ricerca di un'università degli Emirati Arabi Uniti ipotizza che lo scienziato polacco che inventò il sistema eliocentrico potrebbe essersi ispirato agli studi del filosofo Ibn al-Shatir
Una rappresentazione del sistema eliocentrico pensato da Copernico

Una rappresentazione del sistema eliocentrico pensato da Copernico - WikiCommons

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Non solo ad Aristarco di Samo, nell'elaborazione del suo modello di sistema solare eliocentrico - in superamento di quello geocentrico di Tolomeo - Niccolò Copernico potrebbe essersi ispirato anche ad altri studiosi non ellenici, ma arabi. Il tutto a conferma di un fatto: la trasmissione della conoscenza dalla civiltà islamica all'Europa - e sulle radici dell'astronomia moderna -, è stata certamente importante ma non esclusiva, visto che molto spesso la stessa area araba - prima e durante Islam - si è fatta ponte tra il mondo ellenico e l'Europa, generando una curiosa triangolazione.

Il Sole e i pianeti del nostro sistema solare girano intorno alla Terra: è il cuore del "sistema tolemaico", che prende il nome appunto dal suo ideatore Claudio Tolomeo astronomo, astrologo e geografo egizio ma di cittadinanza romana, nato a Pelusio nel 100 d.C. e morto ad Alessandria d'Egitto nel 168 d.C. Fu autore di importanti opere filosofiche e scientifiche, la principale delle quali è il trattato noto come Almagesto. Nella sua epoca, Tolomeo costruì un ponte culturale tra la filosofia naturale e la scienza ellenica, il mondo antico romano e quello arabo. Il nome Almagesto («il grandissimo») è infatti la versione araba del nome greco con cui era nota l'opera ed è dovuto alla circostanza che, come per larga parte della scienza e della filosofia greca classica, la sua diffusione iniziale in Europa è avvenuta soprattutto attraverso manoscritti arabi, che furono tradotti in latino da Gerardo da Cremona nel XII secolo, in una "triangolazione editoriale" del tutto originale. In questo lavoro, una delle opere scientifiche più influenti dell'antichità, Tolomeo raccolse la conoscenza astronomica del mondo greco basandosi soprattutto sul lavoro svolto tre secoli prima da Ipparco di Nicea. Tolomeo formulò un modello geocentrico, in cui solo il Sole e la Luna, considerati pianeti, avevano il proprio epiciclo, ossia la circonferenza sulla quale si muovevano, centrata direttamente sulla Terra. Questo modello del sistema solare, che da lui prenderà il nome di «sistema tolemaico», rimase di riferimento per tutto il mondo occidentale (ma anche arabo) fino a che non fu sostituito dal modello di sistema solare eliocentrico dell'astronomo polacco Niccolò Copernico, già ipotizzato nell'antica Grecia dall'astronomo e matematico Aristarco di Samo e successivamente nel mondo arabo da Ibn al-Shatir.

A conferma dell'importanza di quest'ultimo filosofo è arrivata da un recente studio condotto dall'Università di Sharjah, che ha trovato sorprendenti somiglianze tra il modello cosmologico di Copernico e quello sviluppato circa due secoli prima dall'astronomo arabo. Pure lui a questo punto forse ispiratosi ad Aristarco. Secondo i ricercatori dell'Università degli Emirati Arabi, sebbene Copernico sia noto per aver introdotto il modello eliocentrico, il suo lavoro mostrerebbe forti parallelismi con le teorie di Ibn al-Shatir, che già nel XIV secolo aveva corretto le inesattezze del sistema tolemaico, teorie che da tempo erano investigate un po' ovunque a causa della loro discrepanza con le nuove osservazione astronomiche assai raffinate, anche dal punto di vista matematico.

Lo studio, condotto presso l'Università di Sharjah, analizza criticamente i manoscritti di entrambi gli scienziati, evidenziando corrispondenze nelle loro rappresentazioni dei movimenti planetari. Ibn al-Shatir aveva sviluppato un modello in cui la Terra e gli altri pianeti orbitavano attorno al Sole, anticipando le idee di Copernico. Il suo trattato Nihāyat al-Sul mostra costruzioni matematiche e geometriche molto simili a quelle presenti nel De revolutionibus orbium coelestium di Copernico.
Non esistono prove definitive che Copernico abbia letto direttamente le opere di Ibn al-Shatir, ma la ricerca suggerisce che le sue idee potrebbero essere arrivate in Europa attraverso canali intermedi.

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