La scuola di archeologia della Sapienza di Roma è certamente fra le più conosciute al mondo. Quest’anno il Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’ateneo romano ha scelto di valorizzare il tema del recupero del patrimonio archeologico disperso a causa degli scavi clandestini che interessano gran parte del territorio nazionale e in particolare l’area etrusca fra Toscana e Lazio. Primo passo è stata la realizzazione di una mostra visibile da maggio nel Museo delle Antichità etrusche e italiche della Sapienza col titolo: “Caere. Storia di dispersioni e di recuperi” che propone molti reperti etruschi di pregio, estratti illegalmente, recuperati nel mondo e del tutto inediti.
Il cratere di Eufronio, particolare con la firma dell'autore - La Sapienza
Il secondo passo significativo è stato il convegno che si è svolto nel pomeriggio di martedì 14 novembre negli spazi del Museo in occasione della Giornata internazionale Unesco contro il traffico illecito di beni culturali alla presenza della rettrice Antonella Polimeni. Incontro di studi e di divulgazione alla quale hanno partecipato la preside della facoltà di Lettere e filosofia Arianna Punzi, il direttore del Dipartimento Giorgio Piras; il presidente del Polo museale della Sapienza Fabio Attorre, la direttrice del Museo e curatrice della mostra Laura Michetti; Margherita Eichberg, soprintendente archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale; il tenente colonnello Massimiliano Quagliarella del comando Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri e il capitano di vascello Michele Castaldo della Guardia costiera, direttore marittimo del Lazio e comandante del porto di Civitavecchia, autorità che controlla l’importante area archeologica marina antistante il sito etrusco di Pyrgi. A tema, naturalmente, la collaborazione fra le istituzioni universitarie e le forze dell’ordine principali protagoniste dei recuperi.
Lastra di terracotta - La Sapienza
Tra i reperti presentati, spicca un grande cratere a calice con figure rosse, gemello del “Cratere di Sarpedonte”, letteralmente “firmato” da Euphronios, uno dei massimi artisti greci della fine del VI secolo a.C.; l’opera ritrae una scena di lotta tra Eracle e Kynos, impreziosita dalla presenza dei nomi sia del ceramografo sia dei protagonisti rappresentati. Il cratere è stato restituito dal Metropolitan Museum of Art di New York. Il recupero è stato possibile grazie alle indagini della Procura di Roma e del Comando tutela patrimonio culturale che hanno accertato la provenienza da scavi clandestini avvenuti a Cerveteri negli anni ’70.
Lastra di terracotta (particolare) - La Sapienza
Ci sono anche 4 lastre di terracotta dipinte di produzione etrusca, un’eccezionale testimonianza di pittura antica, sequestrate giusto poco prima del loro ingresso nel mercato clandestino e di essere trasferite in Centro America, grazie all’intervento del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma nell’agosto del 2019.