sabato 10 febbraio 2024
Colpisce nella quarta serata la cover della hit di Toto Cutugno, un manifesto per il cantante di origine tunisine. Nuovo appello al cessate il fuoco di Dargen D'Amico
Il cantante di origini tunisine Ghali mentre interpreta "L'Italiano" di Toto Cutugno

Il cantante di origini tunisine Ghali mentre interpreta "L'Italiano" di Toto Cutugno - ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Una enorme festa della musica, 173 artisti in scena fra ballerini, cantanti e musicisti, roba da far scoppiare l’Ariston e la testa. Però bisogna dire che la serata delle cover, la quarta, a Sanremo è sempre la più bella, una grande festa della musica dove si rispolverano alcune pietre miliari della musica italiana e mondiale. Talune in versione originale, altre massacrate, ma tant’è. Una vetrina utile a decine di cantanti, anche per promuovere album in uscita e soprattutto tour in arrivo: quindi tutti a Sanremo. Bello comunque rivedere Nannini, Tozzi, Cocciante che danno una lezione di canto e professionalità siderale. Delicato l’appello alla pace in musica di Riccardo Cocciante che decide di “regalare in un momento così difficile come questo” intonando la significativa Vivere da Notre Dame de Paris.

E comunque durante la lunghissima serata non sono mancati i momenti di commozione o significativi, come le dediche alle mamme scomparse di Rose Villain e Lorella Cuccarini oltre alla lettera appello degli agricoltori letta sul palco dell’Ariston da Amadeus.

Colpisce al cuore la dichiarazione d’amore per l’Italia di Ghali, cantante di origini tunisine, che propone un medley di senso con Bayna, Cara Italia e L’Italiano di Toto Cutugno che l’artista intona delicatamente sui violini ripetendo “sono un italiano”. L’inizio in arabo dice «La tristezza potrebbe aver preso il sopravvento su di me, il tempo è passato / Pensavi che la tua freddezza sarebbe stata eterna / Hai iniziato a incolparmi / Con l'anima della mia ombra ho volato alto». Prodotto dal rapper tunisino Ratchopper, sul palco con lui, Bayna (in arabo “vederci chiaro”) è il brano d’apertura dell’album di Ghali Sensazione Ultra (2022) ed ha ispirato il nome della nave soccorso donata dall’artista a Mediterranea Saving Humans. Operativa dallo scorso marzo, l’imbarcazione a novembre 2023 ha contribuito a mettere in salvo 227 vite umane nel Mediterraneo, tra cui un bimbo di due mesi -il più piccolo mai salvato. «L'Italiano di Toto Cutugno è l'unica canzone italiana che mia madre cantava quando ero bambino ed è l'ultimo ricordo che ho dei miei genitori insieme» scrive su Instagram Ghali, dopo la sua performance. Il cantautore prosegue: «Bayna mi ha permesso di mantenere la promessa di cantare in arabo sul palco di Sanremo. Grazie a Bayna e a Mediterranea abbiamo salvato delle vite nel nostro mare».

Dargen D’Amico prosegue sul tema portando in scena la neonata orchestra multietnica BabelNova Orchestra, formata dai componenti della disciolta Orchestra di Piazza Vittorio, in un sentito omaggio a Ennio Morricone e col suo brano Modigliani raccontato come emigrante italiano. E poi Dargen rinnova il suo appello per la pace: «In questo momento dall’ altra parte del mare ci sono bambini buttati sul pavimento perché negli ospedali non si sono più barelle e medicine, vengono operati alla luce dei cellulari senza anestesia. Se abbiamo il coraggio di girarci dall’altra parte, usiamo lo stesso coraggio per dire cessate il fuoco». Pure Ermal Meta torna a cantare contro il terrorismo e la violenza estremista con Maninni in Non mi avete fatto niente con cui vinse il Festival insieme a Fabrizio Moro: "perché tutto va oltre le vostre inutili guerre".
Mr Rain decide di cantare contro la violenza sulle donne con una versione potente e aggiornata di Mary con i Gemelli Diversi a più di 20 anni dalla pubblicazione, brano sulla capacità di riscatto di una ragazza vittima delle violenze del padre. Ad accompagnarli la coreografia della Squadra Nazionale di Ginnastica Ritmica, vincitrice del bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e prossimamente alle Olimpiadi di Parigi. E BigMama al termine della scatenata Lady Marmalade accompagnata da Gaia, La Nina e Sissi, BigMama lancia una appello: «Per tutte le donne: non abbiate paura, fate sentire la vostra voce e, quando serve, denunciate».

Il brivido lo da Angelina Mango con una versione elegante e commovente de La rondine, successo di suo padre Pino Mango scomparso quado lei aveva solo 13 anni. Ad accompagnarla il Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma alcuni dei quali incisero il brano con suo padre el 2002. Emozione e occhi lucidi. Poi non mancano i momenti di divertimento puro, ma ironico e intelligente come quello con Fiorella Mannoia che si scatena in Occidentali’s Karma insieme a Gabbani che soffiò il primo posto alla sua Che sia benedetta. Mentre l’Ariston tutto in piedi si scatena con i sempreverdi Ricchi e Poveri e Paola e Chiara in un unico battimani fra Sarà perché ti amo e Mamma Maria.

Non si capisce perché mai i voti di una cover (Sala stampa, Radio e Televoto) debbano andare a sommarsi a quelli dei brani in gara dei 30 Big per decretare il vincitore di Sanremo, falsando il concetto base del festival della canzone italiana, che premia la canzone inedita e non la performance di una cover. Ma tant’è da quando è iniziata l’era Amadeus. Comunque ecco la cinquina dei primi classificati della serata delle cover. Primo Geolier con Luché, Gué e Gigi D'Alessio (accolto dai fischi dell'Ariston che contesta il risultato), seconda Angelina Mango, terzo Annalisa con La Rappresentante di Lista, quarto Ghali con Ratchopper, quinto Alfa con Roberto Vecchioni


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI