Il nuovo cast del musica Forza Venite Gente con la regia di Ariele Vincenti
Povertà, fratellanza, ecologia: il messaggio di San Francesco oggi è più attuale che mai e il santo oggi torna a cantarcele con un cast di giovanissimi artisti. Questa sera all’Auditorium della Conciliazione di Roma debutta il musical Forza venite gente, uno dei più grandi successi teatrali italiani in versione rinnovata per festeggiare i suoi 40 anni di vita. Una nuova produzione, nuovi arrangiamenti delle canzoni, curati da Guglielmo Ridolfo Gagliano dei Negrita, e costumi, ed anche un copione riveduto e riaggiornato, pur nella fedeltà all’originale, che Avvenire ha potuto vedere in anteprima durante le prove a Roma.
Il musical sarà all’Auditorium della Conciliazione di Roma sino al 5 dicembre, dove tornerà dal 25 al 27 dicembre. Sarà anche a Milano (18 e 19 dicembre), a Torino il 9 gennaio, a Napoli il 15 gennaio, a Bari il 30 gennaio, a Firenze il 6 febbraio e a Brescia il 19 febbraio.
Era il lontano 9 ottobre 1981 quando al Teatro Unione di Viterbo debuttò una commedia musicale diventata un vero e proprio spettacolo-culto, tradotta in otto lingue, e rappresentata in tutto il mondo. Messa in scena da Mario Castellacci con Silvio Spaccesi e Michele Paulicelli nel ruolo di San Francesco, vedeva i testi in prosa e versi di Mario Castellacci, Renato Biagioli, Piero Castellacci e Piero Palumbo. Mentre le musiche erano di Giancarlo De Matteis, Giampaolo Belardinelli e Michele Paulicelli, già membro dei Pandemonium e più tardi autore del musical su madre Teresa. Paulicelli è attualmente al lavoro su un nuovo musical sulla figura di Gerardo Sasso, fondatore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, commissionato dalla città di Scalea. Il successo da allora è stato inarrestabile (senza contare le migliaia di versioni amatoriali nelle parrocchie di tutta Italia) mentre il cd delle musiche originali ha venduto centinaia di migliaia di copie. Forza venite gente ha avuto 3.500 repliche, oltre 2 milioni e 500 mila spettatori. Soltanto a Roma, in Piazza San Giovanni, il 16 agosto del 2000, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, lo spettacolo raccolse 250.000 presenze. «Ricordo ancora l’emozione dell’incontro con Giovanni Paolo II allo Stadio Appiani di Padova – spiega Michele Paulicelli, direttore artistico della nuova versione del musical –. Alla fine del primo atto io, nei panni di San Francesco, scesi tra il pubblico per portare il pane al Papa, ma venni bloccato dalle guardie del corpo. Lui fece un cenno per farmi passare e mi disse grazie. Lui, a me…».
Il settantenne Paulicelli ha deciso di passare il testimone ai giovani. «Fare vivere questo musical significa farlo vivere coi ragazzi di oggi. Lo spirito di Francesco è vivissimo tra i giovani ed è più universale di prima: dove c’è bisogno di amore, dove si parla di accoglienza, di povertà, nello stesso Papa» ci spiega mentre osserva con aria paterna i ballerini che provano e riprovano i passi di Semplicità. Al giovane regista e autore teatrale Ariele Vincenti la responsabilità di dare un’aria nuova all’opera. «La parola d’ordine è attualizzare, restando fedeli al cuore del musical – racconta il regista –. Io vengo dalla prosa, in cui racconto storie dimenticate. Per questo ho voluto aggiungere notizie storiche documentate soprattutto sugli inizi di Francesco, quando era un ragazzo destinato al mestiere delle armi. Focalizzandomi sul rapporto fra padri e figli, contemporaneo a tutte le generazioni». Vincenti si è avvalso della consulenza di padre Felice Autieri, dell’ordine dei Frati minori di Assisi, storico della chiesa. Nel copione i monologhi grotteschi di Bernardone sono stati sostituiti dai dialoghi di un padre tormentato con la Cenciosa, «che rappresenta i tanti poveri e senzatetto di oggi». Lei è Giulia Gallone che proviene dalla compagnia di Gabriele Lavia come come pure il robusto Mauro Mandolini, nel ruolo di Pietro da Bernardone. Mentre il diavolo, il graffiante Massimiliano Elia, «sarà sovrappeso, a rappresentare il consumismo di oggi». Il Lupo, Simone Cravero, è invece un bullo di periferia.
Francesco, oltre a cantare, parlerà con nuove frasi tratte dalle fonti francescane. «Parole di fratellanza, di rinuncia ai beni del mondo, di amore per Dio. Il mio sarà un Francesco vero, un uomo tutto d’un pezzo» racconta Stefano Di Lauro, 29 anni, attore dalla volce calda e avvolgente, con una solida formazione a teatro ( Aggiungi un posto a tavolacon Gianluca Guidi) e nel cinema (presto lo vedremo nel nuovo film di Paolo Taviani). Sarà un san Francesco anche sanguigno, lontano dall’agiografia. «Mia sorella è volontaria per Child of Africa, è stata in missione per 5 anni. E io mi sono domandato: come posso incidere sulla società tramite il mio lavoro? – ci racconta –. Questo musical ci invita a cambiare il nostro stile di vita, ad essere meno voraci, meno ansiosi, ad agire con più carità». Accanto a lui le voci cristalline delle bravissime Giulia Cecchini, Santa Chiara, e Benedetta Iardella, la Povertà. Ben 12 sono i ballerini, tutti giovanissimi (età dai 19 ai 25 anni) che danzano sulle coreografie dal gusto contemporaneo di Dalila Frassanito, stimata coreografa Rai ( L’Eredità, Tale e quale show). Minimalista la scena di Alessandro Chiti e aderenti alla storia i costumi dello stilista Daniele Gelsi. Importante è l’impegno economico rivela il produttore Massimiliano Franco della Soni Production che mise in scena Rugantino con Brignano: «Vogliamo presentare una versione attualizzata ma rispettosa, uno spettacolo per famiglie che possa conquistare anche un pubblico giovane».