La giornalista che conduce con successo su Rai 1 “Unomattina” con Franco Di Mare si racconta «La mia giornata dura quasi 20 ore, mi alzo alle 5 del mattino e vado a dormire a mezzanotte per conciliare lavoro e famiglia. È molto faticoso, ma si può fare tutto». Pacata, sorridente e professionale, Benedetta Rinaldi accompagna il risveglio degli italiani ogni giorno dallo studio di Unomattina su Rai 1 accanto al collega Franco Di Mare. Due giornalisti capaci di portare con garbo le notizie nelle nostre case.
In più, Benedetta, deve fare i conti con il mestiere di mamma di Edoardo, tre anni e 5 mesi. La conduttrice 37enne è l’esempio di una giornalista e madre che si è fatta le ossa dopo anni di gavetta, laureata in Scienze politiche, poi giornalista a Radio Vaticana e collaboratrice di Avvenire per debuttare in Rai come inviata di A sua immagine e approdare a Unomattina Estate sino all’attuale incarico dallo scorso settembre. Unomattina funziona con una media di ascolti intorno al 20%, forte di uno zoccolo duro di fedelissimi spettatori.
Signora Rinaldi, come è la vita di mamma e conduttrice di “Unomattina”?
«Bisogna resistere. Ma Unomattina è l’ideale per le mamme. Conduco la trasmissione dalle 6.40 alle 10 del mattino, poi a mezzogiorno vado a prendere a scuola mio figlio e sto con lui finché non si addormenta. Per fortuna c’è un buon equilibrio con mio marito. La notte si sveglia quasi sempre lui».
Ma lei si è mai sentita discriminata sul lavoro in quanto madre?
«Un tempo Unomattina non veniva affidato a donne con figli. C’era un preconcetto che ho vissuto anche io che sono andata in tv col pancione fino all’ottavo mese. C’è un alone di chissà quale mistero nel confronti della maternità: un atteggiamento o protettivo o escludente da parte di chi ti circonda sul lavoro. Invece le donne hanno una marcia in più, perché sanno fare un maggior numero di cose contemporaneamente. Questo ci fa vivere pienamente quello che siamo, madri e mogli in grado di svolgere un ruolo attivo nella società».
Essere madre come le fa affrontare il suo lavoro?
«Credo di fare bene il mio lavoro e bene la mamma. Non influisce, anzi ti dà più soddisfazione. In un momento della storia in cui le donne sono costrette a scegliere se lavorare o fare figli, una cosa aberrante. Siamo in grado di fare tutto e bene. Molte mie colleghe non hanno figli, forse anche perché lo vivono come un problema per il loro lavoro. Ma io ho messo sempre la vita davanti al lavoro, qualcosa che ha una scintilla di eternità. E il fatto di avere un contrappeso potentissimo ti rende più confidente nel lavoro, si danno priorità ai valori e costituisce una sorta di bilanciamento psicologico. Ho fatto una gavetta lunga e sovradimensionata, ma non rinnego nulla nel mio lavoro e soprattutto nella mia famiglia».
Circolano però voci su un suo spostamento...
«Ho sempre mantenuto una correttezza di fondo, sia nei confronti del pubblico sia dell’azienda. Sono arrivata al mio obiettivo con estrema onestà e tanta fatica, ma ora vedo le insidie e le minacce. Unomattina è un programma ambito, sono circolate notizie su chi vorrebbe prendere il mio posto. E francamente questo gioco delle pedine da spostare in Rai mi dà molto fastidio».
Teme che la professionalità non basti?
«Spero davvero che la professionalità conti e penso di averlo dimostrato. Ho sempre seguito la mia vocazione all’approfondimento e alla ricerca del perché delle cose. Alla Radio Vaticana conducevo un programma per i giovani ricco di temi sociali, come pure accadeva prima nella radio dei salesiani. Unomattina è un po’ il paradiso in tv, perché si possono affrontare temi importanti, dall’incontro del Papa sulla pedofilia alla povertà che avanza fra le persone comuni».
Come funziona il lavoro di coppia con Franco Di Mare?
«Benissimo. Quando si può, un po’ di leggerezza la mettiamo noi due in un programma molto dedito all’approfondimento su cronaca, economia, ambiente, politica internazionale. Cerchiamo di fare un buon servizio pubblico su grande tematiche. Unomattina è una macchina molto ben congegnata da 30 anni, con un gruppo di autori solidi che costituiscono l’ossatura dei conduttori».
Quali saranno i prossimi temi della vostra trasmissione?
«Le Europee e l’anniversario del terremoto dell’Aquila. Ho la mamma di origine aquilana e sono molto legata a quel territorio. Tra l’altro il mio esordio a Unomattina Estate fu proprio col terremoto in Emilia Romagna nel 2012: 7 ore di diretta, tremava persino lo studio. Lì ho subito visto la grandezza della squadra della trasmissione. E poi sono abituata all’improvvisazione. La radio dei salesiani in cui lavoravo, è stata una grande scuola: proprio la povertà di mezzi mi ha abituato a fare di tutto».
Lei non ha mai nascosto di essere credente.
«La mia dimensione di fede serve moltissimo a tranquillizzare chi mi sta accanto perché sa che sono trasparente, pane al pane e vino al vino».