Il Santuario della Madonna del Ponte di Porretta Terme (Bologna)
I devoti del basket ne vanno fieri, orgogliosi di una “protezione” così speciale e unica nel panorama sportivo internazionale. La pallacanestro italiana è in festa per il riconoscimento della sua santa “patrona”: la Beata Vergine delle Grazie del Ponte di Porretta Terme venerata nel suggestivo santuario dell’appennino bolognese che sormonta il fiume Reno. L’ultimo via libera per completare l’iter canonico è arrivato ad aprile scorso, ma in questi giorni vengono ricordati i primi passi di quel moto popolare spontaneo che ha portato al primo luogo sacro al mondo dedicato al basket. Era infatti il 29 luglio del 1956 quando fu consacrato all’interno del santuario il Sacrario del cestista. È una cappella dedicata alla Madonna protettrice dei canestri promossa da Achille Baratti, dirigente sportivo bolognese. La celebrazione religiosa fu preceduta da una staffetta di tedofori a cui parteciparono i giocatori della Virtus e di altre società bolognesi. Sin da allora appassionati della palla a spicchi vengono qui in pellegrinaggio lasciando cimeli di ogni tipo. Canotte, ricordi, biglietti, testimonianze di fede spiccano in questa cappella illuminata da una finestra rotonda con le forme di una palla da basket. Ci sono le maglie dei campioni italiani e di quelli passati nel nostro Paese, come quella indossata dall’indimenticato Kobe Bryant che da bambino abitò a pochi chilometri dal santuario quando il padre giocava a Pistoia. Il culto mariano a Porretta è antichissimo, la prima immagine della Madonna era dipinta sulla roccia, nel XVII secolo venne riprodotta su tavola lignea. La prima notizia sull’esistenza di un santuario risale al 1578 e la devozione crebbe anche in seguito a una serie di eventi miracolosi, come il crollo del ponte di legno nel 1594 che non fece danni.
Il prodigio di oggi è invece assistere allo stupore dei pellegrini del basket che qui vengono per ringraziare la Madonna dopo una guarigione o anche solo spinti dalla curiosità o dal desiderio di trovare un momento di pace. Don Filippo Maestrello, che si prende cura dell’accoglienza spirituale al santuario, non ha dubbi: «Credo sia davvero una grazia vedere con quanta tenacia da anni il mondo della pallacanestro sia legato a questo luogo. È il segno che dietro lo spendersi per i ragazzi c’è anche la chiamata a un amore più grande. La bellezza di uno sport che nel tirare a canestro punta in alto si riflette nella bellezza di questo santuario dedicato a Maria piena di grazia». Una devozione che è approdata perfino Oltreoceano, negli States, patria di questo sport, grazie a un articolo del New York Timese all’interesse di un appassionato docente, David Hollander. Professore alla New York University ha inaugurato un nuovo corso di studi chiamato “Come il basket può salvare il mondo” nella convinzione che questo sport possa davvero renderci migliori anche nella vita di tutti i giorni. Folgorato dalla storia di Porretta, ha poi fatto firmare ai suoi circa 160 allievi la petizione per la Madonna del Ponte come patrona di questo sport. E per avvalorare la richiesta ha stilato un ponderato documento con «15 buoni motivi». Perché, vi si legge, «il basket è un modo datoci da Dio in cui una palla aran- cione ed un canestro possono disintegrare i problemi del mondo… Ed è giusto che il gioco del basket sia benedetto da una santa patrona che guidi il suo cammino attraverso il globo».
Un’iniziativa che ha contribuito a rafforzare un iter senz’altro lungo ma sempre con il sostegno tenace e convinto sia della Federazione italiana pallacanestro (Fip) che della Diocesi di Bologna, con il cardinale Carlo Caffarra prima e poi con il suo successore Matteo Zuppi. Oltre al contributo dei primi promotori, tra cui l’avvocato Alessandro Albicini, e in ultimo anche della Liba Italia (Legends international basketball association), l’associazione nata l’anno scorso grazie alle leggende azzurre capitanate da Carlo Caglieris e Pier Luigi Marzorati. Un sodalizio che scommette sull’educazione dei giovani attraverso il basket e che non ha avuto esitazione nello sposare la causa di Porretta: «La pallacanestro - spiega Marzorati - può essere veicolo di importanti valori umani come il rispetto delle regole e degli altri, ma anche di valori cristiani, decisivi nel darci la forza di reagire quando le cose non vanno bene. Siamo contenti perché per la prima volta la Madonna è protettrice di uno sport di squadra. Per festeggiare abbiamo pensato a una due giorni di eventi ad Alto Reno Terme (di cui Porretta Terme è frazione, ndr)».
Si parte venerdì con una fiaccolata a staffetta in ricordo di quella del 1956 che coinvolgerà soprattutto gli universitari del Cus. Nella mattinata di sabato è invece atteso il professor Hollander per un incontro con gli studenti. Sarà una festa per tutti, con alcune partite di basket in carrozzina, un filmato sul piccolo Kobe a Pistoia e poi la premiazione delle squadre azzurre che hanno vinto i mondiali over. Nel pomeriggio di sabato poi una novità: la prima “Ball Run: Fieri del Basket”: una classica non competitiva sulla strada che porta al Santuario da percorrere palleggiando. Un format che verrà replicato anche a Milano a settembre in occasione degli Europei. «Siamo convinti - aggiunge Marzorati - che il basket sia uno specchio della vita e noi ci preoccupiamo anche del futuro dopo questa esistenza terrena. Questo sport non è solo buttare la palla in un canestro». Un desiderio che ritorna anche nella preghiera del cestista alla Madonna del Ponte riportata sul sito “madonnadelbasket. it”: «Ti offro la gioia di ogni canestro, e l’amarezza di ogni sconfitta. Aiutami a dare il meglio di me spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre».