giovedì 5 luglio 2012
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Contratti di solidarietà, ovvero: lavorare meno per lavorare tutti. Così hanno deciso numerose insegnanti delle scuole primarie dell’infanzia, quelle coordinate dalla Fism. Esattamente come accade nelle fabbriche in crisi. Nella sola provincia di Treviso, a febbraio c’è stata una riduzione di 1.200 iscrizioni, adesso si prospetta la chiusura di altre 26 sezioni, con la perdita di decine di posti di lavoro. Allo stesso modo accade in altre province del Veneto. E buon ultimo è stato il caso della materna di Mel (Belluno), che per salvarsi passa di mano: dalla parrocchia al Comune. «Per evitare di disperdere la preziosa esperienza delle nostre insegnanti, nelle scuole interessate dalle maggiori diminuizioni delle iscrizioni si stanno definendo contratti di solidarietà (riduzione concordate dell’orario e dello stipendio) in modo da non licenziare nessuno», fa sapere il presidente provinciale della Fism, Giancarlo Frare. La ricerca di questo risultato passa attraverso la faticosa mediazione dei presidenti, quasi sempre parroci, per andare incontro alle esigenze delle insegnanti garantendo allo stesso tempo il contenimento dei costi di gestione delle scuole, costi che non possono più essere scaricati sulle famiglie. «Infatti, la forte riduzione delle iscrizioni va ricercata nella difficoltà delle famiglie colpite dalla crisi economica, costrette alla cassa integrazione o peggio alla perdita dell’occupazione di uno o entrambi i genitori». Frare conferma che dove l’accordo sulla riduzione concertata dell’orario non viene trovato è alto il rischio del licenziamento, con grande sofferenza da parte del parroco costretto alla dolorosa decisione di rinunciare alla collaborazione di persone che sono molto più di semplici dipendenti, «sono spesso veri punti di riferimento per la comunità che da anni affida loro le nuove generazioni all’ingresso nella meravigliosa esperienza della conoscenza e della relazione con altri bambini, alla vita». Così a Vallà di Riese, Miane, Padernello di Paese, San Polo di Piave, Possagno questi accordi sono conclusi mentre alla scuola Provera di Treviso e a Sant’Elena di Silea si stanno definendo intese analoghe. «A questo sforzo delle scuole - denuncia Frare - corrisponde il ritardo negli accrediti dei contributi regionali e ministeriali che determina una grande incertezza per tutte le scuole che devono sostenere tutte le spese (stipendi, fornitori) esclusivamente con queste entrate, perché il servizio scolastico è sospeso durante l’estate ma le spese no». Le sollecitazioni e le proteste della Fism non hanno ancora ottenuto la risposta attesa dalle istituzioni in un momento per il Paese dove tutti devono cercare di fare bene il proprio dovere, le scuole d’infanzia paritarie lo fanno.​
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