martedì 8 dicembre 2015
​Nel Pd c'è chi pensa di presentare un emendamento  Fattorini: ipocrita dire che maternità surrogata non c'è.
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Prende corpo la terza strada da percorrere riguardo alla legge sulle unioni civili: lo stralcio della stepchild adoption, che di fatto spiana la strada al ricorso all’utero in affitto all’estero e finisce per incrementare la pratica della 'maternità surrogata', sulla quale ora puntano i riflettori anche dal mondo femminista. Sarebbe un’alternativa all’affido rafforzato, proposto da una parte del Pd, che potrebbe diventare adozione vera e propria al compimento dei 18 anni del figlio. Il dibattito culturale che si è acceso da giorni intorno al testo mette in pista la nuova ipotesi di compromesso, che consentirebbe alla maggioranza di votare insieme la legge ex-Cirinnà. Allo stato, dicono al gruppo del Pd, si tratta solo di «una possibilità, ma non c’è niente di concreto». E però l’idea non viene disdegnata neppure dai renziani, come spiega la senatrice Rosa Maria Di Giorgi. Nulla di ufficiale, ma «se qualcuno del Pd presenterà un emendamento in tal senso, sarà valutato», dicono i dem a Palazzo Madama. Di certo, conferma Emma Fattorini, il dibattito «si sta arricchendo e questo non va strumentalizzato, come qualcuno vorrebbe, per non fare la legge. Ben venga dunque una discussione di alto profilo che vada oltre lo scontro ideologico». Così come, per la senatrice democratica, «sarebbe altrettanto ipocrita non riconoscere che, pur facendolo all’estero, una coppia gay finirebbe per fare ricorso all’utero in affitto» in caso si approvasse la possibilità di adottare il figlio biologico di uno dei partner omosessuali. «Credo sia nell’interesse di tutti non lasciar cadere la discussione che per merito di alcune femministe si è riaperta sull’utero in affitto e sui molti profili etici che solleva questa pratica», ragiona il presidente della commissione Lavoro Maurizio Sacconi. Condivide da Fi Elena Centemero: «L’insistenza del Pd sulla stepchild adoption non ha nulla a che vedere con la libertà. In questi casi, il valore della persona umana viene infatti piegato al soddisfacimento di un desiderio altrui, legittimando una prassi inaccettabile che non appartiene alla nostra civiltà». Ben venga la «chiarezza», dicono anche quanti premono per l’approvazione della legge e auspicano apertamente il ricorso all’utero in affitto. Come Arcilesbisca, secondo cui «la gratuità (della maternità surrogata, ndr) è l’unica garanzia perché si eviti quanto già sta avvenendo nei Paesi più poveri ». Una soluzione condivisa dai Radicali italiani, che con il segretario Riccardo Magi chiedono «una giusta regolamentazione della gestazione per altri anche in Italia, per evitare che possano verificarsi sfruttamenti e abusi». Non si eviterebbe, però, l’uso del corpo femminile come un contenitore.
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