giovedì 16 agosto 2012
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​Non bastavano l’inquinamento degli altiforni e il clima rovente scatenato dal sequestro di questi ultimi da parte del gip Patrizia Todisco, con scontro istituzionale e catena di scioperi conseguenti. Ieri su Taranto si è allungata anche l’ombra di un possibile disastro ambientale, quando diversi metri cubi di olio combustibile sono stati accidentalmente sversati da una nave turca che stava caricando loppa di scarto (un sottoprodotto) dall’Ilva, nel Mar Grande. Dai primi accertamenti della Capitaneria di porto sembrerebbe un caso simile – ma per fortuna di gran lunga di minore entità – a quello che si è verificato nel gennaio scorso. Come ha spiegato il comandante, Francesco Russo, sembrerebbe che ci sia stata una fuoriuscita dalle casse di zavorra invece che di acqua di idrocarburi, probabilmente per un errore umano o per qualche problema tecnico. La situazione, comunque, è stata definita «sotto controllo». L’ipotesi dell’errore umano – qualcuno che avrebbe scambiato manichette o altro – non trova conferme ufficiali, ma non viene neanche esclusa. Pare che ad accorgersi di una grossa chiazza oleosa in mare siano stati operatori ed addetti di un mercantile vicino. Scattata l’emergenza, sul posto sono arrivati immediatamente i mezzi della Capitaneria e, quindi, nel giro di pochi minuti anche i mezzi della Ecotaras (la società concessionaria delle attività di bonifica nel porto di Taranto) che hanno subito provveduto alla delimitazione della chiazza oleosa con il posizionamento in mare di panne assorbenti. Per le operazioni sono stati utilizzati battelli disinquinanti e una nave cisterna per caricare gli idrocarburi che man mano venivano raccolti dal mare. La particolare densità della nafta, che si è per questo mantenuta piuttosto in superficie, ha di fatto agevolato le operazioni di raccolta e bonifica del sito.
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