La qualità delle infrastrutture è
fondamentale per lo sviluppo delle capacità di apprendimento ma
in Italia il 45% delle scuole è priva di un certificato di
agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola
con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme
anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che
il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà
dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico.
Emerge dal Rapporto "Illuminiamo il futuro 2030" di Save The
Children.
Quanto alle scuole inadeguate dal punto di vista
infrastrutturale, le differenze regionali sono marcate: se in
Toscana, Campania, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto il
70% o più dei ragazzi frequenta scuole inadeguate, la
percentuale cala a quasi un terzo nella Provincia Autonoma di
Trento e Bolzano e in Valle d'Aosta.
La qualità degli spazi fisici della scuola influenza - spiega
il Rapporto - notevolmente le capacità di apprendimento da parte
degli alunni ma la situazione italiana appare critica: sui circa
33 mila edifici censiti in modo completo dall'anagrafe
scolastica, il 50% è stato costruito prima del 1971, anno di
entrata in vigore della normativa sul collaudo statico degli
edific1. La situazione di degrado in cui versa parte consistente
dell'edilizia scolastica rappresenta un fattore essenziale della
povertà educativa Italia, anche perché va a colpire soprattutto
le fasce della popolazione minorile già di per se più
svantaggiate."In merito al rapporto 'Illuminiamo il
futuro 2030' presentato oggi da 'Save The Children', la Struttura di
Missione per l'Edilizia scolastica della
presidenza del Consiglio dei
ministri precisa che il rapporto fotografa una situazione certamente
veritiera ma che non tiene conto delle più recenti novità che il
governo ha messo in campo per l'edilizia scolastica. Lo si legge in
una nota di Palazzo Chigi. "Per quello che riguarda l'Anagrafe -
afferma Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione
per l'Edilizia Scolastica - è stato grazie al Ministero
dell'Istruzione se sono stati resi pubblici i dati sullo 'statò degli
edifici scolastici italiani ed oggi abbiamo un utile strumento di
programmazione, oltre che di consultazione".
"La situazione che questo Governo ha ereditato dal passato è chiara: è
dal 1996 che queste informazioni sono raccolte dai territori e dopo
quasi venti anni d'inerzia abbiamo il quadro completo del panorama
sull'edilizia scolastica. Da questa situazione il Governo ha iniziato
a lavorare: a gennaio 2016, cioè tra pochi mesi, questi dati verranno
aggiornati e vedremo i passi avanti fatti, che non saranno pochi".
Scuola e povertà: a rischio competenze studenti.
A Sud e nelle isole, la
percentuale di adolescenti che non consegue le competenze minime
in matematica e lettura raggiunge rispettivamente il 44,2% e il
42%, con un picco estremo in Calabria (46% e 37%). In relazione
al genere, le disuguaglianze colpiscono in modo particolare le
ragazze per la matematica (il 23% delle alunne non raggiunge le
competenze minime contro il 20% dei maschi), mentre i ragazzi
sono meno competenti in lettura: il 23% risulta insufficiente
contro l'11% delle coetanee. Le ragazze e i ragazzi meridionali
sono maggiormente svantaggiati sia in matematica che in lettura
rispetto ai coetanei settentrionali: la percentuale delle ragazze
che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32%
al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa
differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali
(28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Differenze di
genere si osservano anche per le attività ricreative e
culturali: il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto
sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre
questi ultimi leggono meno, fanno poche attività culturali e
navigano meno su Internet. Altro fattore della povertà educativa
è l'origine migrante dei genitori: tra i ragazzi migranti di
prima generazione il 41% non raggiunge i livelli minimi di
competenze in matematica e lettura, incidenza che cala al 31% in
matematica e al 29% in lettura per i quelli di seconda
generazione.