lunedì 12 dicembre 2011
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E’ in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale il sedicenne di Fiumicino che ha ucciso il suo coetaneo e amico sferrandogli un pugno durante una lite per banali motivi. La tragedia si è consumata domenica pomeriggio al Centro commerciale “Parco Leonardo”, a due chilometri dalla città laziale. Gli amici della compagnia che stava aggirandosi per i negozi e i cinema del grande polo vicino all’aeroporto, nella ressa di una domenica di shopping prenatalizio, riferiscono di un diverbio improvviso tra i due sfociato in quella che sembrava una futile rissa. All’improvviso, il violento pugno alla tempia che ha provocato un’emorragia cerebrale e la morte dell’adolescente. Incredulo l’amico: “Non volevo fargli male”.

“Molti giovanissimi vivono in gruppi di coetanei senza figure educative di riferimento – è la riflessione per Avvenire di don Maurizio Mirilli, responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Roma – Negli oratori cerchiamo di creare gruppi con educatori capaci di interagire con intelligenza e prontezza nelle dinamiche dei ragazzi aiutandoli a superare i momenti di tensione che, diversamente, possono poi sfociare in episodi di violenza anche gravi”. Ragazzi come quelli che passano il loro tempo libero nei centri commerciali invece “sembrano abbandonati da tutti – prosegue don Mirilli -, in balia di se stessi. Ogni ragazzo che ne fa parte, preso da solo, è certamente buono ma la dinamica del gruppo a volte li trasforma”. Purtroppo crescono in un ambiente che non pare preoccuparsi dei semi di violenza sparsi dai media e dalla cultura diffusa: “Gli stessi genitori non sembrano capaci di spiegare efficacemente che la violenza è sempre inaccettabile. Occorre che qualcuno li aiuti a capire che anche i toni esasperati di un certo tipo di programmi televisivi e di siti web vanno respinti e non assecondati”. Anche la Chiesa, secondo don Mirilli, “deve interrogarsi sul perché i luoghi dell’aggregazione giovanile sono sempre più quelli spontanei e anonimi e non quelli educativi. Abbiamo belle esperienze di pastorale di strada, ma il problema non è solo di inseguire i giovani là dove sono quanto di chiedersi perché, a un certo punto, se ne vanno dagli oratori e dai centri giovanili e preferiscono altri luoghi per ritrovarsi”.

La diocesi di Roma proprio in questi mesi “si sta interrogando sui percorsi dell’educazione alla fede e alla maturazione umana dei ragazzi che ci vengono affidati. Episodi come quello di Fiumicino ci ricordano che la comunità cristiana deve saper offrire luoghi e momenti formativi più efficaci e interessanti per gli adolescenti, anche lavorando sulle famiglie. Quando i nostri vescovi parlando di emergenza educativa intendono anche la sfida che ci arriva da fatti come quello di domenica. Nella Chiesa i ragazzi devono sapere di poter trovare gruppi accoglienti, amore fraterno, un clima positivo, famiglie che si aprono. Noi educatori dobbiamo sentirci tutti interpellati in prima persona”.

Intanto domenica prossima alle 11.30, nella sala 1 di Ucicinemas, all’interno del Centro commerciale Romaest, l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, presiederà la Messa che rientra nell’ambito della missione permanente della parrocchia Beata Teresa di Calcutta.

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