sabato 17 agosto 2013
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A Ferragosto Massimo Carbonara, libero professionista, ha distribuito i pasti ai bisognosi. «Ci siamo organizzati per le ferie dividendoci i turni. La crisi non ha fatto aumentare i nostri volontari, ma ha fatto salire le richieste d’aiuto». Alla mensa gestita dal Cenacolo eucaristico della Trasfigurazione nel multietnico quartiere di San Salvario, il 15 agosto c’era la calca per aggiudicarsi il sacchetto con due panini, un trancio di pizza, un vasetto di yogurt e i dolci offerti da una pasticceria. A fine mattinata erano passate oltre cinquecento persone. La Torino che non si spopola più come un tempo, quando chiudeva la Fiat e le strade della città diventavano fantasma, non è automaticamente più generosa. La percezione dei volontari della mensa di via Belfiore è confermata da Maria Paola Tripoli che fa parte del Servizio Emergenza Anziani Sea ed è vicepresidente del Consiglio Regionale del Volontariato. «Le nostre associazioni sopravvivono d’estate utilizzando a tempo pieno i pochi volontari che rimangono – dice –. Con la crisi, e la maggior disponibilità di tempo delle persone, non notiamo un aumento, ma forse una lieve contrazione di volontari, mentre le domande di assistenza aumentano». La ragione, secondo Tripoli, sta anche nello scarso ricambio generazionale. «Purtroppo le nostre associazioni, che sono comunque in buona salute e molto partecipate, vedono pochi giovani attivi, tolti quelli che svolgono il servizio civile e che ci danno una grossa mano». Per far fronte alla carenza estiva di volontari, Tripoli racconta che le associazioni hanno attivato contatti per far fronte alle emergenze “prestandosi” volontari e mezzi all’occorrenza. Anche per i World Master Games, che a inizio agosto hanno portato in città migliaia di atleti da ogni parte del mondo, fino all’ultimo c’è stato bisogno di lanciare appelli per trovare un numero sufficiente di volontari. «Quest’anno abbiamo dovuto chiudere in anticipo alcuni nostri servizi per le ferie» dice Pierluigi Dovis della Caritas diocesana. «Tra giugno e luglio ci sono arrivate solo 7-8 richieste di colloqui da parte di chi intende svolgere servizi di volontariato». Quest’anno, la comunità per donne e bambini, gestita dalla Caritas insieme al Sermig solo con l’impiego di volontari ha chiuso a luglio dieci giorni prima dell’anno scorso. Anche il centro diurno appena inaugurato per i senza fissa dimora ha dovuto fermarsi nei primi giorni di luglio per carenza di volontari. «I giovani sono pochi – dice Dovis – con la crisi, spesso i nostri volontari anziani devono restare a casa a fare i nonni. E poi volontari non ci si improvvisa: ci vuole motivazione e non basta avere solo più tempo libero». Ad aumentare vertiginosamente, secondo Dovis «sono invece i giovani che si offrono per un servizio in parrocchia o nelle associazioni, ma chiedono in cambio un piccolo compenso economico». Che la crisi non abbia portato a un aumento dei volontari nel Torinese emerge anche da una ricerca della Camera di Commercio, diffusa a luglio, sui dati del 2011. Anche se le associazioni di volontariato sono in aumento (oltre mille in Torino e provincia), a diminuire è il numero dei volontari (il 60% delle associazioni ne conta meno di venti).
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