«Il Papa è stato invitato è ha risposto personalmente che sarebbe venuto. Ora tutto questo si realizza». Così padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, ha commentato la visita che il Santo Padre farà il prossimo 10 settembre (intorno alle 15.30) presso la struttura dei gesuiti che a Roma si dedica all'accoglienza dei rifugiati. Sarà una visita privata di cui si stanno definendo i dettagli, ma resta il significato della scelta compiuta dal Pontefice, in linea col suo operato e la sua testimonianza.«È un ulteriore segno di una continuità nella vicinanza a persone che sono costrette a lasciare la propria terra a causa di guerre e persecuzioni - è il commento di padre La Manna ai microfoni di Radio Vaticana -. È una continuità quotidiana fatta di gesti semplici, concreti che però sono uno stimolo, sono un invito a tutti noi di seguire il suo esempio» All'interno del centro, il Papa potrà incontrare i rifugiati che arrivano a Roma. In media, ogni giorno, alla mensa del Centro Astalli arrivano 450 persone. «Prevalentemente vengono dall’Africa con un incremento di egiziani e di siriani, soprattutto nuclei familiari che scappano - spiega padre La Manna - i siriani, dalla guerra, e gli egiziani di religione copta che hanno problemi, in questo momento in Egitto, si mettono in salvo cercando di arrivare in Italia e passano da Roma».«Sono molto contento che il Vescovo di Roma, il Vicario di Cristo, realizzi il suo incontro con i rifugiati al Centro Astalli - conclude il sacerdonte - per me è la scuola che mi tiene vivo, mi insegna a riconoscere Cristo, a capire cosa è veramente importante nella vita e soprattutto a riconoscere una cosa che non figura nei nostri bilanci, che è la Provvidenza di Dio che si concretizza lì dove non ci si preoccupa di cercare profitto ma dove si è capaci di condividere prima di tutto ciò che si è e poi quello che si ha».