Salva l’Aquila come Salva Italia: Monti conquista gli aquilani caricando l’esperienza abruzzese di un significato più ampio, spiega che il cratere sismico sta affrontando la stessa sfida con cui si misura il Paese, quella di «congiungere la gestione di un’emergenza e la costruzione del futuro». Il premier ha concluso con una standing ovation la due giorni aquilana del governo e la sua prima visita sui luoghi della tragedia. Giocando la carta sentimentale: «Ho provato forti emozioni visitando il centro storico», ha detto, e una volta arrivato in piazza Duomo ha commentato: «L’impressione che si ha è di straordinaria bellezza anche così. Avendo visto le scene in tv – ha aggiunto – uno può immaginare cosa è stato il passato, ma c’è grande voglia di fare, di ricostruire. L’entusiasmo è palpabile».«Insomma, si ricomincia», come ha chiosato il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, granitica nell’assicurare che grazie al vaglio delle prefetture e alla white list delle aziende impegnate anche nelle ristrutturazioni private, la ricostruzione del capoluogo abruzzese sarà accompagnata da «un’attenzione molto precisa e guidata per evitare infiltrazioni di tipo mafioso». Concetto ribadito dallo stesso Monti, che concludendo il convegno Ocse ai Laboratori nazionali del Gran Sasso, ha insistito sulla pubblicità degli appalti come fattore di riduzione del rischio ma anche di competitività.Il presidente del consiglio ha tracciato una road map che oltre ai finanziamenti – quasi sei miliardi da spendere per la ricostruzione pesante – prevede di riconcepire il cratere aquilano per farne un modello di innovazione, che integri le moderne tecnologie edilizie e il patrimonio storico, la costruzione di reti di conoscenza, un coinvolgimento «letterale e concreto» della comunità locale nel processo decisionale e quindi «cambiamenti istituzionali necessari». La svolta promessa per accelerare la ricostruzione era stata anticipata dal ministro della coesione territoriale Fabrizio Barca – nominato inviato speciale per la ricostruzione –, chairman del convegno, con cui, nelle sale dei Laboratori nazionali del Gran Sasso di Assergi si è discussa la nuova idea di città tratteggiata da una ricerca dell’Ocse in collaborazione con Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.Il progetto "Abruzzo verso il 2030 sulle ali dell’Aquila", individua nel futuro della città una "smart city": un progetto ecosostenibile di ricostruzione che punta su energie pulite, internet e nuovi materiali: più legno meno cemento, case che producono energia, una città intelligente, ossia «una città diversa, non per gli altri ma per voi stessi aquilani», ha detto il ministro Barca, che ha fortissimamente voluto questo progetto quand’era ancora un dirigente del Ministero dell’economia. Sul piano politico, la road map governativa prevede l’immediata soppressione della struttura di gestione dell’emergenza, l’ultimo retaggio del periodo berlusconiano e assieme ai due vice di Chiodi, Antonio Cicchetti e Luciano Marchetti. Barca ha chiarito che si intende promuovere «un forte avviamento verso la normalità» ma ha anche confermato il «rinnovo importante del mandato» alla filiera dei controlli (Fintecna-Cineas-Reluis), accusata dagli enti locali di aver rallentato la ricostruzione leggera. Secondo il ministro, solo così «si può arrivare entro il 31 agosto al totale esaurimento di tutte le pratiche della periferia».Cambierà in corsa anche il sistema degli appalti: saranno obbligatori cinque preventivi per avere l’ok al progetto di ricostruzione e al relativo contributo pubblico.