L'assassino degli anziani coniugi Marconi uccisi a Montelupone sarebbe l'imbianchino macedone interrogato per tutta la notte nella caserma dei carabinieri. Avrebbe confessato, dopo aver inutilmente tentato di accusare il suo condomino marocchino e un altro maghrebino. E' in stato di fermo per omicidio.Secondo quanto si è appreso dai Carabinieri, il macedone, 28 anni, sposato e padre, avrebbe agito da solo: domenica mattina presto, a bordo dello scooter preso in prestito dal marocchino, avrebbe raggiunto il casolare di Paolo Marconi, 83 anni, e della moglie Ada Cerquetti, 73, con l'intenzione di compiere un furto. Progetto poi degenerato nella rapina finita nel sangue. In casa dell'indiziato sono stati trovati indumenti insanguinati e alcuni gioielli di poco valore appartenuti ad Ada. Portato nella caserma dei carabinieri di Montelupone ieri pomeriggio insieme al coinquilino marocchino, l'uomo ha subito accusato l'amico del delitto, chiamando in causa anche un secondo maghrebino. Una versione ribadita per ore, tanto che le prime indiscrezioni filtrate dall'interrogatorio davano per imminente il fermo del marocchino, con il macedone semplice comprimario in quanto tramite per la ricettazione dei gioielli. E invece, all'alba di domenica, quando i due anziani sono stati uccisi, il marocchino era tranquillamente in casa a dormire. I carabinieri del Nucleo operativo di Macerata guidati dal col. Leonardo Bertini e quelli dalla Compagnia di Civitanova Marche diretti dal cap. Domenico Candelli, non si sono fermati alla prima evidenza: hanno continuato a raccogliere testimonianze - è stata sentita anche la moglie del macedone -, allargando il cerchio ad altri immigrati che risiedono nelle campagne di Montelupone. Nel frattempo, la versione del macedone cominciava a scricchiolare, mostrando varie contraddizioni, e alla fine l'uomo avrebbe confessato. Avrebbe fatto tutto da solo, senza complici. Il pm Andrea Belli dovrà ora formalizzare le ipotesi di reato alla base del fermo, quasi certamente omicidio volontario aggravato
FERMATE DUE PERSONESono due le persone fermate dai carabinieri per il duplice omicidio degli anziani coniugi di Montelupone. Sarebbero un macedone di 24 anni e un marocchino di 40, in regola con i permessi di soggiorno, e residenti nella stessa zona in cui è stato commesso il delitto. Entrambi sono ora in caserma per essere interrogati. Non sarebbe stata ancora trovata, invece, l'arma usata per uccidere la coppia.A parlare di un giovane uomo, "scuro", erano stati anche dei vicini di casa della coppia, che alle 4 del mattino di domenica si erano svegliati perché qualcuno bussava alla loro porta chiedendo di entrare con la scusa di avvertirli che "in giro c'erano dei ladri". Ovviamente non si sa se si tratti della stessa persona fermata dai carabinieri.Impronte di scarpe, la traccia di un pneumatico nel cortile: sono numerose le tracce lasciate dall'assassino o dagli assassini che ieri mattina hanno aggredito e ucciso a colpi di coltello Paolo Marconi, 83 anni, e Ada Cerquetti, 73, i due anziani coniugi di Montelupone (Macerata) massacrati nel loro casolare di contrada Fonte Ianni, forse durante un tentativo di rapina finito male. I carabinieri del Racis, che hanno continuato i rilievi anche la scorsa (sotto un forte acquazzone e alla luce delle fotoelettriche dei vigili del fuoco), stamattina hanno fatto un nuovo sopralluogo nell'abitazione. Le attenzioni dei tecnici sono rivolte al piano superiore della casa, dove c'e' stato un principio d'incendio appiccato dall'assassino - o dagli assassini - forse nel tentativo di cancellare ogni traccia. Il fumo uscito da una finestra è visibile sulla parete esterna.L'aggressore ha infierito sui due anziani con "decine e decine" di coltellate, si apprende da fonti investigative. Marconi, affetto da una lieve forma di Alzheimer, è stato trovato riverso vicino alla porta d'ingresso. E' stato aggredito per primo, sui gradini della porta di casa, e colpito ripetutamente alla schiena (forse anche con un bastone). La moglie ha cercato di difendersi ed è stata raggiunta da una serie di coltellate al torace e al collo a piano terra in un locale adibito a legnaia.Si presume, dunque, che l'assassino, dopo aver compiuto la mattanza, sia salito al piano superiore e abbia cercato di dar fuoco alla casa, dopo aver rovistato in cerca di denaro e oggetti preziosi. Il Racis estenderà il sopralluogo a tutte le pertinenze del casale. L'impressione è che il - o i - killer abbia lasciato diverse impronte e tracce dietro di sé.La coppia di ex agricoltori sarebbe dovuta andare a messa nella Basilica di San Firmano con la figlia Orietta, per poi raggiungere l'altra figlia, Aldesina, e trascorrere un giorno di festa insieme, con i generi e nipoti.