"Quando il nostro barcone si è
scontrato contro la nave, dopo le manovre del comandante che
beveva vino, era ubriaco e fumava hashish mentre era al timone,
ci siamo spaventati. Tutti siamo corsi verso la prua, e così
si è prima inclinato e in cinque minuti il barcone si è
inabissato. Mentre andavamo giù con l'acqua che ci travolgeva,
sentivamo le grida dei nostri fratelli chiusi a chiave nella
stiva...". A parlare dei tragici momenti del
naufragio dinanzi alle coste libiche a 73 miglia dalle coste è
uno dei minori sopravvissuti, adesso in un centro di
accoglienza di Mascalucia a Catania.
Il giovane parla anche del suo miracoloso salvataggio:
"Sono caduto in mare e sono rimasto per oltre mezz'ora in acqua
prima che mi lanciassero una fune alla quale mi sono
aggrappato. In mare c'era tanto buio e, in acqua, persone
ovunque, non ho visto bambini, ma tanta gente disperata. A
salvarmi è stato un marinaio filippino". "Per due anni -
continua - ho lavorato duro come meccanico in Libia per potere
comprare il biglietto di sola andata per l'Italia. Su quella
barca eravamo in tre i bengalesi, e tutti e tre siamo riusciti
a salvarci perchè eravamo sul ponte più alto. Un altro che si
trova qui con me in questo centro ha perso la sorella di 19
anni, non sa più dove sia finita". C'erano circa 60 minori sul barcone che è naufragato sabato notte nel Mediterraneo; di questi soltanto quattro si sono salvati, due somali e due bengalesi, che hanno dichiarato di avere 17 anni. Lo riferisce Save The Children, i cui operatori hanno incontrato e assistito i quattro adolescenti al loro arrivo, lunedì sera, nel porto di Catania a bordo della nave Gregoretti della Guardia Costiera. Dalle prime testimonianze riportate dai minori, sembrerebbe che, tra le circa 800/850 persone a bordo, ci fossero 60 adolescenti che viaggiavano nei due piani superiori del peschereccio e che sono attualmente tra i dispersi."I minori hanno riportato di non aver visto donne o bambinipiccoli ma non è escluso che fossero stipati nel pianoinferiore del peschereccio e che quindi si siano inabissati conesso", ha spiegato Valerio Neri, Direttore generale di Save theChildren Italia.