Il Prestito della speranza è un’iniziativa congiunta della Conferenza episcopale italiana (Cei) e dell’Associazione bancaria italiana (Abi). Suo fine, consentire l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato per famiglie in condizioni di particolare vulnerabilità economica, ma anche per imprese di persone e per società cooperative. Nel primo caso, il credito massimo è di 6mila euro, e viene accordato ai nuclei giuridicamente costituiti così come al genitore affidatario degli figli. In ogni caso, purché si trovino in situazione di temporanea difficoltà. Nel secondo, invece, lo stanziamento si eleva alla soglia dei 25mila euro. Ed è finalizzato all’esercizio di lavoro autonomo o di microimpresa.Le banche aderenti al progetto possono erogare una somma totale pari a 120 milioni, garantita da un fondo di 30 milioni costituito dalla Cei con le offerte di istituzioni private. Ognuno può contribuire a incrementarlo, attraverso un bonifico gratuito su conto corrente di Banca prossima (Gruppo intesa San Paolo), iban IT19 Q033 5901 6001 0000 0006 893, causale «Prestito della speranza».Le domande per l’accesso al credito devono essere presentate alla Caritas o all’ufficio diocesano incaricato: l’elenco completo è disponibile sui siti www.caritasitaliana.it, www.prestitodellasperanza.it. L’istruttoria viene inizialmente gestita dall’organismo ecclesiale, che per ogni richiedente verifica il possesso dei requisiti e la sostenibilità del prestito. I successivi passi sono poi scanditi dal termine di 15 giorni: l’inoltro della pratica a un istituto bancario convenzionato, che effettua un’ulteriore analisi; e l’erogazione del finanziamento, entro 2 settimane dall’eventuale accoglimento dell’istanza. Decisamente contenuto il tasso d’interesse. Per il «credito sociale», cioè quello accordato alle famiglie, non può superare il 4%. Nel caso di erogazioni alle imprese, invece, il tetto massimo sarà quello del tasso effettivo globale medio della categoria corrispondente, ma decurtato del 30%.