Ustionati, senza cure, costretti a imbarcarsi e a prendere il mare. Emerge un altro spaccato crudele dalle testimonianze degli ultimi migranti giunti a centinaia ieri sulle coste siciliane. A bordo delle motovedette della capitaneria di porto sono arrivati ieri notte a Lampedusa 89 eritrei e somali, una ventina dei quali ustionati (fra essi anche un bambino di sei mesi) a causa dello scoppio di una bombola, e una donna morta per le ustioni. I feriti sono stati portati in elicottero dal 118 nei centri grandi ustioni degli ospedali di Palermo e Catania. Ma i racconti raccolti da Save the children e da Unhcr vanno oltre: sarebbero sei gli immigrati morti per l’esplosione di una bombola avvenuta in un casolare di Zuwarah, in Libia, cinque giorni fa, uno di quei capannoni dove per settimane vengono ammassati gli aspiranti migranti e tenuti in regime di prigionia. Le altre persone rimaste ustionate nell’esplosione sono state costrette dagli scafisti a imbarcarsi; gli eritrei hanno raccontato di non aver ricevuto cure, ma soltanto qualche benda. Continuano gli arrivi, intanto, nei porti siciliani, così come le partenze per decongestionare i centri stracolmi, ma anche gli allontanamenti volontari. Nell’ultima settimana, i migranti salvati sono stati 11mila. Ieri mattina lo sbarco nel porto di Pozzallo di 301 migranti; è stato fermato un tunisino accusato di essere lo scafista. Altri 453 profughi soccorsi in questi giorni sbarcheranno oggi nel porto di Messina dalla nave Driade della Marina Militare. Mentre altri 194 sono giunti ieri sera a Trapani. Il centro di prima accoglienza di Pozzallo è strapieno. «Siamo stremati - ammette Chiara Montaldo, capoprogetto di Msf in Sicilia – stiamo ancora assistendo le persone arrivate a Pozzallo durante lo sbarco del 14 aprile, molte si trovano ancora qui». Il Gruppo interforze presso la Procura di Siracusa in 24 ore ha individuato e sottoposto a fermo dieci migranti accusati di essere gli scafisti dei 592 migranti giunti giovedì ad Augusta. Ieri pomeriggio la sala operativa della guardia costiera di Palermo ha coordinato una evacuazione medica a favore di una bambina di 3 mesi di origine somala. E in Sicilia è emergenza per quanto riguarda l’accoglienza dei piccoli migranti. Le strutture accreditate dalla Regione per minori stranieri non accompagnati sono piene.
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