mercoledì 3 ottobre 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
​Mancava solo la consegna delle chiavi e il Centro di identificazione ed espulsione di Bologna avrebbe avuto un nuovo gestore. Invece, la prefettura ha bloccato tutto. Qualcosa non torna: un appalto vinto al ribasso sbaragliando la concorrenza, una girandola di nomi dalla fedina penale con qualche macchia, almeno due inchieste aperte a Trapani e Modena.Abbastanza perché dall’ufficio territoriale del governo decidessero di sospendere la sottoscrizione della convenzione con la cooperativa siciliana “Oasi”, a causa «della necessità di completare accertamenti istruttori». Le verifiche, fanno sapere fonti della Prefettura, riguardano anche il nuovo presidente dell’Oasi, subentrato ad appalto oramai vinto, che di mestiere fa l’avvocato a Siracusa, città nella quale risulta aver ricevuto una condanna per falso in atto pubblico. A Bologna e Modena i centri di identificazione erano affidati alle Misericordie. A Trapani se ne occupava il consorzio Connecting People, che gestisce anche altre strutture, come quella di Gradisca d’Isonzo.Un caso che sta suscitando interrogazioni parlamentari trasversali. Rita Bernardini (Pd) ricorda come alcuni dei nomi ai vertici dell’Oasi, fossero a capo di “Alma Mater”, associazione «che gestiva il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Cassibile (Siracusa)», poi chiuso dal Viminale. Nel 2008 la cooperativa «era finita sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato – scrive Bernardini –, per una serie di fatture gonfiate per l’acquisto di arredamenti, lavori di ristrutturazione e servizi di lavanderia». L’indagine venne poi archiviata, ma a Cassibile “Alma Mater” non rimise più piede.C’è poi un’altra sfortunata coincidenza. Il presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante del consorzio che attualmente gestisce il Cie modenese e attende di fare ingresso in quello di Bologna, al momento dell’affidamento era il commercialista Giuseppe Burgio, ma i dipendenti «vengono pagati – scrive in un’altra interrogazione il senatore Carlo Giovanardi (Pdl), fratello del medico Daniele Giovanardi, presidente delle Misercordie modenesi – con bonifici ordinati dal signor Emanuele Midolo», che risulta condannato il 19 ottobre 2011 «alla pena di mesi quattro di reclusione per i reati di cui agli artt. 476 (falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e 482 (falsità materiale commessa dal privato) del codice penale». Midolo, nel frattempo subentrato a Burgio, è un avvocato piuttosto noto nella città di Archimede. «Si tratta – assicura il legale in riferimento al suo precedente penale – di una questione professionale, una banale diatriba che ho avuto con un magistrato di Siracusa durante un processo. Una vicenda che ho preferito chiudere con un patteggiamento, ma che non ha niente a che vedere e non può avere ripercussioni sul consorzio e sulla gestione dei Cie».Nella prefettura bolognese, però, vogliono essere sicuri che il cambio in corsa delle cariche direttive sia perfettamente in regola e che i precedenti giudiziari dei responsabili dell’Oasi non siano incompatibili con la gestione di una struttura pagata dallo Stato.Per il Cie di Bologna, finora costato 72 euro al giorno per immigrato, il nuovo appalto è stato vinto dalla cooperativa siracusana alla tariffa di 28,50 euro al giorno (base d’asta 30 euro), con un “risparmio” per il Viminale superiore al 60%. Cifre analoghe anche nel Centro immigrati di Modena. Il bando prefettizio prevede che si rispettino i contratti di lavoro nazionali e la fornitura di una lunga serie di servizi: registrazione ospiti, tenuta magazzino, controllo utenze, beni di consumo, mediazione linguistica, fornitura pasti, servizio lavanderia e barberia, servizi di assistenza infantile, screening medico, primo soccorso sanitario, trasferimenti ospedalieri, pulizie, disinfezione, vestiario, prodotti per igiene personale e molto altro.«Quale impresa sana e che agisce nella normale regolarità fiscale e del lavoro potrà "star dentro" a tale base d’asta di 30 euro al giorno? Siamo di fronte a bandi di appalto nel merito davvero poco credibili», denuncia Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza della Cgil emiliana. Il Tar dell’Emilia Romagna, però, aveva già respinto un ricorso delle Misericordie. I giudici amministrativi hanno sancito la correttezza della gara, condannando il ricorrente a risarcire la controparte, cioè l’Oasi.«Delle due l’una: o al Ministero pensano si sia finora sperperato (o peggio, regalato) nelle attuali gestioni dei Cie – insistono dalla Cgil –, o si prefigurano tagli insopportabili nei servizi essenziali».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: