«Le idee di Don Peppe non moriranno mai, vivono dentro di noi: è grazie al suo lascito che combattiamo ogni giorno la nostra lotta alla camorra». Sono i giovani i protagonisti della passeggiata organizzata a Casal di Principe da “Libera Caserta” e dal Comitato don Peppe Diana, in occasione del XIX anniversario dell’uccisione del parroco vittima della camorra.Come un fiume in piena, la gente è partita dal parco intitolato al sacerdote per poi inondare la città di Casal di Principe: associazioni, personalità istituzionali, ma soprattutto loro, gli studenti di decine di istituti scolastici campani, determinati a seguire i passi del loro paladino e innamorati della propria terra fino al punto di lottare per difenderne la libertà.Non è voluto mancare don Luigi Ciotti, ospite d’onore ma, di fatto, ammirato spettatore «della fantasia e creatività di questi giovani. Certo, la strada rimane in salita, ma la condivisione e l’unione possono fare la differenza: come sempre, la comunità è il noi che vince».Il corteo, lungo un paio di chilometri, ha attraversato le vie della città, raccogliendo il consenso degli abitanti e dei piccoli studenti dei plessi scolastici cittadini. A stonare è stata la decisione della preside dell’Itc "Guido Carli" di non far partecipare i suoi studenti alla manifestazione: «Non si possono tenere i giovani lontani dal simbolo più vivo del loro riscatto: senza impegno non può esserci futuro in questa terra», ha detto Gianni Solino, referente provinciale di Libera Caserta. In Corso Garibaldi, poi, il momento più emozionante del percorso, con il saluto del corteo alla mamma di don Peppino che, dal balcone di casa sua, ha ricambiato con grande commozione. Incredibile il colpo d’occhio nella chiesa San Nicola, dove sono confluite le migliaia di ragazzi. Nel suo intervento iniziale Salvatore Cuoci, presidente della Scuola di pace don Diana e vice-coordinatore del Comitato don Diana, ha ricordato le figure di don Peppino Diana, Domenico Noviello, Federico Del Prete, Joseph Ayimbora - il ghanese scampato alla strage di San Gennaro a Castel Volturno, ora testimone d’accusa - e di altre vittime della criminalità organizzata.Ha parlato di speranza come «concreta possibilità di rinascita» don Franco Picone, parroco di San Nicola e vicario generale della diocesi di Aversa. Applausi ha riscosso Silvana Riccio, commissario prefettizio di Casal di Principe, quando ha annunciato di voler intitolare la sala consiliare alla memoria di don Peppe Diana. Altro momento intenso è stata la proiezione del video “Il seme caduto interra è morto ma ha portato molto frutto”, realizzato dal giornalista Raffaele Sardo.La scena è poi stata interamente lasciata agli studenti, che si sono alternati in canti, poesie, dialoghi e riflessioni: tutti momenti incentrati sui temi dell’impegno civile e della lotta alla criminalità. Perché il 19 marzo 1994 è morto un uomo ma, come ha ricordato don Luigi Ciotti, «è nato un popolo». Questi i prossimi appuntamenti organizzati da Libera Caserta e dal Comitato don Diana: il X Premio Letterario Don Peppe Diana, che ha visto l’adesione di 119 scuole campane e che verrà assegnato ad aprile; il III Premio nazionale Don Giuseppe Diana, promosso anche dalla famiglia di don Giuseppe Diana, che sarà consegnato a tre personalità il prossimo 21 marzo.