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Come Onu siamo pronti a lavorare
con voi.
Dobbiamo fermare e prevenire i trafficanti criminali". Poche parole per testimoniare che le Nazioni unite raccolgono l'appello dell'Italia sul fronte dell'immigrazione. Come, in parte, ha fatto l'Europa giovedì scorso al vertice straordinario di Bruxelles.
Sono le parole pronunciate dal segretario generale dell'Onu,
Ban Ki-moon sulla nave San Giusto, sulla quale incontrato nel pomeriggio il premier
Matteo Renzi e l'alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera
Federica Mogherini, durante il vertice a largo del canale di Sicilia.
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L'Italia non sia lasciata sola. Noi
abbiamo il cuore grande e facciamo la nostra parte ma deve
essere chiaro che quello del Mediterraneo europeo e mondiale", aveva detto Renzi al segretario generale. Aggiungendo: "
Quello che sta facendo l'Italia in
questo momento è incredibile: centinaia di migliaia di persone
salvate, uno sforzo straordinario del nostro Paese. Ma l'Italia
da sola non ce la può fare, per questo motivo abbiamo voluto con
forza che il segretario generale dell'Onu Ban ki-moon potesse
vedere con i suoi occhi la straordinaria forza e professionalità
della struttura di accoglienza, perché anche l'Onu dia una
mano".
Intanto altri
segnali arrivano da Ginevra. Gli sforzi per scoraggiare il
contrabbando di esseri umani nel Mediterraneo saranno vani se
non si adotteranno misure per affrontare le politiche migratorie
"eccessivamente restrittive" in Europa e le cause profonde del
fenomeno. Lo affermano in una
dichiarazione congiunta resa nota
oggi a Ginevra l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i
Rifugiati
Antonio Guterres, l'Alto commissario Onu per i diritti
umani
Zeid Ràad Al Hussein, il rappresentante speciale del
Segretario generale Onu per la migrazione internazionale e lo
sviluppo
Peter Sutherland ed il direttore generale
dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim)
William Swing.
Qualificando la decisione del Consiglio dell'Ue del 23 aprile
scorso "un importante primo passo verso un'azione collettiva
europea", la dichiarazione sottolinea come "la situazione
odierna richieda misure che vanno oltre la sicurezza delle
frontiere" e come la "maggior parte del contrabbando non
comporta il reato di tratta". Queste imbarcazioni trasportano
esseri umani che hanno diritti e bisogno di aiuto e protezione
internazionale, spiegano.
I firmatari affermano di voler
lavorare con l'Ue e le altre parti interessate per ampliare e
migliorare le misure annunciate. E ne suggeriscono alcune quali
l'elaborazione di politiche migratorie che rispondano alle vere
esigenze del mercato del lavoro, un aumento dell'offerta di
canali sicuri e regolari per l'ingresso e il rendere il sistema
europeo comune di asilo più coeso e solidale tra Paesi dell'Ue.
"Le dimensioni e la complessità della risposta - affermano i
firmatari - devono essere in linea con la portata e la
complessità del problema".