La norma prevede l’inserimento nei Lea (livelli essenziali di assistenza) di interventi specifici, l’aggiornamento triennale delle linee guida sul disturbo dello spettro autistico da parte dell’Istituto superiore di sanità e progetti di ricerca a fini terapeutici ed educativi, che dovrebbero permettere di arrivare ad una diagnosi precoce del disturbo (ora si aspettano anni) e ad interventi mirati per permettere una vita quanto più possibile normale a questi ragazzi. Un impianto a sei articoli, a saldi invariati, che mette le basi per un cambiamento culturale importante nella cura di queste persone speciali, tutt’altro che «fortezze vuote» come le definiva lo psichiatra austriaco Bettelheim. Da ora in poi, perciò, da nord a sud si potranno avere gli stessi interventi che garantiscono la tutela della salute, con progetti individualizzati, il miglioramento delle condizioni di vita e l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, oltre che la diffusione a livello nazionale delle buone pratiche educative.