mercoledì 22 luglio 2015
​Un tunisino e un pachistano in cella: "Progettavano azioni a Milano e Roma". Alfano: la prevenzione funziona.
LA SCHEDA  La base di Ghedi nel mirino
Giannini (antiterrorismo): sul web circolano anche minacce vere
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​Avevano attirato l'attenzione mesi fa, postando sui social media dei selfie nei quali minacciavano obiettivi come il Duomo di Milano o il Colosseo. Questa notte sono finiti in manette. Con un'ordinanza del gip di Milano è stata disposta la cattura di un tunisino Lassaad Briki, nato nella città 'caldà di Kairouan, in Tunisia, il 12/2/80, e di un pakistano Muhammad Waqas nato a Gujirat il 16/8/88. A entrambe è contestata l'associazione con finalità di terrorismo internazionale. Sono persone che soggiornano regolarmente in Italia, dove lavorano da anni. "L'indagine è inizata ad aprile di quest'anno - ha spiegato il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli -. da quando uno sconosciuto ha pubblicato molti messaggi di sostegno e pubblicità di sostegno allo stato islamico e di minaccia per i cittadini e le istituzioni italiane". I selfie che si trovavano su internet, avevano sempre un obiettivo 'sensibilè sullo sfondo, come il Duomo, o il Colosseo, e davanti un biglietto con le frasi di minaccia o di proselitismo dello stato islamico. La svolta è arrivata dalla procura di Milano, in collaborazione con la Digos di Milano e la polizia postale di Roma e Milano. Gli investigatori hanno lavorato su quel materiale e sono così arrivati al tunisino arrestato oggi. Da lì, il passo successivo sono state le intercettazioni, che hanno permesso di ricostruire il rapporto con l'altro arrestato, il pakistano, e dimostrare la loro adesione allo stato islamico con l'intenzione di partite per svolgere addestramento da mujahidin. Ma anche attività terroristica all'interno del nostro paese. "Queste persone hanno parlato di più obiettivi - spiega Romanelli -. Non c'è mai stato un inizio di passaggio all'azione. Si parlava soprattutto di base militare di Ghedi, nel territorio bresciano. E altri possibili obiettivi, comprese le forze dell'ordine, ma in modo generico, e a danno di una società per la quale lavorava il cittadino tunisino, come addetto alle pulizie". L'addestramento, in attesa di andare un giorno in Siria, se lo stavano facendo da soli attraverso un manuale reperito su internet: si intitola la guida del mujahidin nei paesi occidentali. Ci sono istruzioni sia sui comportamenti per passare inosservati sia per confezionare armi e ordigni in modo artigianali. Quello del terrorismo fondamentalista è "un fenomeno allarmante al quale bisogna dare risposte ferme ma intelligenti" ha detto il presidenteSergio Mattarella parlando a Malta dove si trova in visitaufficiale. "Le democrazie sono superiori perchè hanno capacitàdi collaborazione che smentisce la propaganda intollerante delfondamentalismo", ha aggiunto. "Anche questa mattina abbiamo avuto la conferma che il nostro sistema di prevenzione nei confronti di attacchi terroristici funziona". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, commenta l'arresto a Brescia di un tunisino e pakistano che progettavano attentati a Roma e Milano.
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