mercoledì 2 luglio 2014
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Una benedizione, una preghiera e un fiore deposto su ogni bara. È il saluto alle vittime dell’ultimo sbarco finito in tragedia nel Mar Mediterraneo. Una trentina di giovani vite spezzate che tornano ad interrogare le coscienze. «Ci vuole più cuore, altrimenti le parole girano a vuoto e non servono a niente. Dobbiamo pregare per i nostri fratelli e le nostre sorelle, ma soprattutto aprirci a loro», dice don Michele Iacono, il parroco che ieri sul molo di Pozzallo ha benedetto le salme delle vittime insieme all’imam della vicina località di Sampieri.Intanto la nave rifornitrice Etna della Marina Militare, che trasportava 1044 migranti, tra cui un centinaio di minorenni, ha fatto il suo ingresso nel porto di Salerno, per poi iniziare lo smistamento nei centri di accoglienza della regione e in alcune località limitrofe. «L’arcivescovo Luigi Moretti, attraverso la Caritas diocesana e l’ufficio Migrantes è costantemente informato – informa una nota dell’arcidiocesi – su quanto, nelle possibilità della chiesa locale, è possibile fare per assicurare, insieme a tutte le associazioni di volontariato, la prima e urgente assistenza, e far fronte così all’impellenza dettata dalle circostanze contingenti».A Pozzallo «la notizia dell’ennesimo sbarco unita a quella della tragedia ha messo in moto la catena della solidarietà a cui la comunità diocesana è ormai allenata. Commozione e mobilitazione però non bastano - insiste il sacerdote -. Ora è importante non tornare indietro con il cuore e con la testa, dimenticandoci di quello che è accaduto. C’è bisogno dell’impegno di tutti noi e delle istituzioni. E se abbiamo già fatto, occorre fare di più». La morte, il dolore e la disperazione «di tanti fratelli in fuga dai Paesi di origine alla ricerca di condizioni umane più dignitose, continua a bussare alle porte delle nostre comunità cristiane – dice il vescovo di Noto, Antonio Staglianò – chiamandoci a portare il Vangelo della carità e dell’amore nelle periferie esistenziali di quanti scelgono la via del mare, anche a costo della vita».Nella casa canonica della chiesa madre Madonna del Rosario attualmente sono accolti 70 bambini e altri posti sono disponibili nella parrocchia Madonna della Fiducia, nella Casa delle Suore Carmelitane, presso le salesiane e nella struttura della Comunità Incontro di Pozzallo, al momento libera. «La comunità cristiana nel momento della prova, di fronte al dolore di una umanità lacerata sta scoprendo la sua maturità in gesti concreti di solidarietà e amore», aggiunge Staglianò sottolineando come questo sia il frutto di una insistente predicazione e testimonianza della carità da parte dei sacerdoti: «Un’accoglienza autentica e generosa».
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