Domenico Di Giorgio, direttore dell’unità prevenzione contraffazione dell’Agenzia italiana del farmaco, rassicura gli italiani. «Da noi l’incidenza del problema è inferiore rispetto ad altri paesi Ue ed extra Ue, grazie ad una serie di misure di prevenzione e contrasto poste in essere da tempo. In primis la tracciatura dei farmaci, l’autorizzazione e il monitoraggio delle importazioni e, ancora, la collaborazione tra istituzioni e i controlli delle forze di polizia. Tuttavia il fenomeno è in crescita, come confermano i numerosi sequestri di prodotti illegali o contraffatti in ambito doganale e nella rete illegale sul territorio. Il problema è in larga parte legato al moltiplicarsi di farmacie web che vendono prodotti illegali a prezzi bassi e senza chiedere la ricetta medica».
Come evitare rischi?I farmaci acquistati dai canali legali, farmacie e parafarmacie, così come i medicinali dispensati dalle strutture sanitarie, sono assolutamente sicuri. Negli ultimi anni non sono mai stati registrati casi riconducibili alla presenza di prodotti illegali o contraffatti nella filiera legale. Il pericolo è invece rappresentato dai canali illegali.
Un pericolo che è meglio evitare.Affidarsi a questi soggetti significa esporsi al rischio di assumere medicinali dei quali si ignora l’origine e chi li ha prodotti, con quali ingredienti e con quali cure nella conservazione. In alcuni casi le analisi su campioni sospetti hanno rilevato la presenza di gesso e vernice stradale. Quest’ultima era utilizzata per la "colorazione" delle compresse.
Nei traffici c’è anche lo zampino delle nostre mafie?Il collegamento con le organizzazioni criminali è presumibile. Aifa ha avviato delle collaborazioni con Unicri e Unodc proprio per studiare il legame tra contraffazione e criminalità. A questo aspetto sono dedicati i due progetti denominati Fakecare e Fakeshare, cui l’Aifa partecipa, finanziati dalla Commissione europea nell’ambito del programma "Prevention of and fight against crime".