venerdì 26 aprile 2024
La bambina era nata con un parto cesareo d'urgenza nell'ospedale di Rafah mentre la madre moriva dopo che la sua casa era stata colpita da un raid aereo israeliano
La neonata nella clinica di Rafah

La neonata nella clinica di Rafah - REUTERS

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La sua vita è durata un soffio. Non ce l'ha fatta Sabreen al-Sakani, la bambina nata con un parto cesareo d'urgenza nell'ospedale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre la madre moriva dopo che la sua casa era stata colpita da un raid aereo israeliano. Lo riporta la Bbc scrivendo la parola fine a una storia che era di speranza, a un successo dei medici che erano riusciti a estrarre viva la neonata dal ventre della madre morente e a rianimare la bambina pompandole aria nei polmoni.
La madre, incinta di 30 settimane, era stata uccisa insieme al marito Shukri e all'altra figlia di tre anni Malak mentre dormivano. La neonata che portava in grembo era viva dopo il cesareo ed era stata trasferita in una incubatrice dopo essere stata stabilizzata. Le sue condizioni erano comunque state giudicate da subito critiche. La nonna materna Mirvat al-Sakani aveva detto alla Bbc che avrebbe adottato la bambina. Ora Sabreen, a cui è stato dato il nome della madre, è stata sepolta insieme a lei.
Sabreen è tra i 16 bambini che sono stati uccisi in due raid aerei lanciati dalle Forze di difesa israeliana su Rafah lo scorso fine settimana. Tutti sono stati uccisi in un bombardamento che ha preso di mire il complesso residenziale dove vivevano. L'Idf ha riferito di aver preso di mira miliziani e infrastrutture di Hamas.

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